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Il torcicollo di Virginia Raggi

Francesco Storace
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Fuori tempo. Virginia Raggi sta vivendo malissimo l’ultima fase del suo mandato. Ha il torcicollo, guarda sempre indietro, mentre Roma ha un disperato bisogno di sapere che cosa l’attende domani. Ormai la sindaca si è messa in cattedra, ogni giorno una lezione di storia. Ieri si è esibita in Campidoglio contro la mozione – presentata a nome dei Cinque stelle e non da pericolose squadre littorie – sul museo del fascismo, coraggiosamente ritirata dal proponente. Poi, l’atto di straordinaria viltà nel ribattezzare una stazione della metropolitana al partigiano Marincola, per cancellare quella con cui si voleva ricordare la battaglia dell’Amba Aradam. Si informi – basta Wikipedia - su chi guidava le truppe italiane vittoriose: il maresciallo Pietro Badoglio. L’8 settembre era ancora lontanissimo.

 

Tempo addietro i grillini capitolini fecero le capriole per una strada di Roma da dedicare – sì, anzi no – a Giorgio Almirante, che fu anche eletto in Consiglio comunale e a cui tributarono recentemente il loro omaggio ben due capi di Stato, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella. Poi, l’ossessione per il cambiamento della toponomastica in senso "antifascista". E la crociata contro CasaPound. Accompagnatela a viale Palmiro Togliatti, per completare le sue nozioni storiche. A primavera tanto ci sarà un’altra strada: via Raggi. Dal Campidoglio.
 

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