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Più tavolini a Roma, c'è il rischio flop

Damiana Verucci
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Il 35% in più di tavoli per tutti rischia di diventare per nessuno o almeno per pochi “privilegiati” se la delibera approvata qualche giorno fa in giunta non si porterà velocemente in assemblea capitolina. E intanto, chi ha inviato la domanda al Municipio competente corredata da piantina e ha messo i tavoli fuori rischia non solo una sanzione ma anche di vedersela rigettata. Sì perché leggendo la scheda di approvazione di questa delibera che passava per essere la soluzione di tanti mali per gli esercenti in crisi da covid, si contano ben 33 criteri minimi inderogabili o soggetti a pareri del dipartimento mobilità, della Sovrintendenza e perfino dei vigili, che rendono di fatto vani, ad oggi, gli sforzi della maggioranza cinque stelle.

Altro che velocità e sburocratizzazione. Per derogare ad alcune norme del codice della strada, che permetterebbero ad esempio ai titolari degli esercizi pubblici di potersi allargare sui marciapiedi o mettersi sugli spazi dedicati alle strisce blu o ancora a distanza dai monumenti pari ad almeno 5 metri dal perimetro compresi edifici vincolanti (che sono la maggior parte nella città storica) occorre una delibera di assemblea che ancora non c'è. Ma nel frattempo chi glielo dice ai ristoratori che potrebbe essere inutile fare la domanda e molto rischioso mettere già un numero maggiore di tavoli fuori dal proprio esercizio? “E' assurdo – fa sapere Claudio Pica, presidente Fiepet Confesercenti – abbiamo chiesto un incontro urgente all'assessore al commercio Cafarotti perché chiarisca meglio alcuni punti e soprattutto perché non si è andati in deroga al parere della Sovrintendenza come da decreto Franceschini e intanto abbiamo detto ai nostri associati di aspettare almeno 48 ore prima di inoltrare domande che potrebbero essere rigettate”.

Già, ma il tempo continua a stringere al di là degli annunci trionfalistici di giunta la conferenza dei capigruppo è stata convocata soltanto per venerdì prossimo e sarà decisiva perché soltanto con l'accordo di tutti si potrà approvare un'altra delibera e soprattutto bypassare il parere dei Municipi per accorciare i tempi di applicazione delle nuove norme. Resta il fatto che con questa prima delibera approvata i nodi e le complicazioni per ottenere più spazio all'aperto sono tutt'altro che sciolti. “La delibera della giunta Raggi è inutile e inefficace – spiega Leslie Capone, vicepresidente dell'VIII Municipio – gli ostacoli sono tali da impedire qualsiasi ulteriore occupazione di suolo pubblico. Meglio sarebbe stato concentrarsi in una delibera di Assemblea per derogare le norme che non inficiavano la sicurezza dei cittadini, clienti e lavoratori. Intanto anche nel nostro municipio stanno cominciando ad arrivare le domande alle quali si ha difficoltà a capire come rispondere”. 

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