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I mercati protestano. Pronti a scendere in piazza

Damiana Verucci
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Mercati settimanali, pronti a scendere in piazza. Dopo l'ok della Regione a ripartire anche per loro da lunedì scorso, di fatto nessuno dei circa 70 mercati che montano nei vari quartieri della Capitale e nella provincia è riuscito a farlo. Si tratta di circa 4.500 operatori che non lavorano da oltre due mesi e non hanno neanche la minima prospettiva di farlo senza un aiuto dei comuni competenti. Il perché è presto detto: impossibile, lamenta la categoria, mettersi in regola con le attuali norme anti covid. In pratica i Comuni chiederebbero loro un progetto che, esattamente come già funziona per i mercati giornalieri, deve garantire distanziamento, divieto di assembramento, ingressi contingentati e magari anche una recinzione per garantire entrata e uscita dei clienti da una sola parte.  Per approfondire leggi anche: Scoppia la rivolta dei mercati Impossibile, a detta della categoria, rispettare tutti questi accorgimenti per mancanza, soprattutto, di risorse. Così mercati come quello di viale Tiziano che conta fino a 100 banchi o di Monte Mario o ancora di Valle Aurelia non montano da più di 70 giorni lasciando vuote le aree che in genere ospitano i loro banchi. Dopo aver lamentato la situazione e chiesto ai comuni un intervento che potrebbe ad esempio riguardare l'assunzione di personale addetto al controllo delle aree dove operano per garantire almeno gli ingressi calmierati, gli operatori hanno deciso di scendere in piazza per manifestare. La data potrebbe essere quella di lunedì o martedì, in assenza di una soluzione politica. «Abbiamo accolto le istanze della categoria – fa sapere Antonio Fainella, Direttore Confartigianato Roma – faremo... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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