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Emergenza coronavirus, i pescatori del litorale romano non si fermano

Il settore ittico subisce la brusca frenata della crisi provocata dal Covid-19 ma pescatori, dettaglianti e aziende impegnate nella distribuzione non bloccano il lavoro

Silvia Sfregola
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"Pescatori, venditori al dettaglio e aziende impegnate nella grande distribuzione operative al 30 per cento: il settore ittico rallenta ma incassa il colpo dell'emergenza coronavirus scongiurando la paralisi. Volano della ripresa del settore potrebbe rivelarsi proprio la dieta mediterranea agevolata da un brusco calo del prezzo del prodotto". E' quanto afferma Daniele Attili, Direttore Commerciale della 4th Cliff Lobster Italia srl Azienda leader nel settore ittico da oltre 30 anni e con sede a Roma (Ostia). "Dopo un primo pesante crollo del lavoro a tutti i livelli che ha spinto gli italiani, anche per una comprensibile paura, a fare scorte di scatolame ci siamo accorti che la curva della domanda di acquisto del pescato tornava a crescere. Il comparto, a tutti i livelli, si è dunque riorganizzato in maniera flessibile sia adottando le precauzioni richieste a tutti i cittadini ma anche raccogliendo la sfida dei sistemi alternativi di vendita come le ordinazioni online, l'asporto, l'utilizzo di nuove tecnologie e di strumenti social". Anche la pesca dunque, uno dei settori produttivi su cui si basa una buona fetta dell'economia del litorale romano, sta accusando il colpo dell'emergenza coronavirus. Ma anche in questo caso i nuovi strumenti di comunicazione sembrano dare una mano. In particolare la possibilità, riconosciuta dalle restrizioni, di continuare a lavorare ha permesso di ridurre la frenata, trasformando quello che poteva essere un disastroso tracollo in una frenata dolorosa ma gestibile almeno dai più solidi ed esperti. "Il lavoro non è assolutamente fermo – riprende Daniele Attili, Direttore Commerciale della 4th Cliff Lobster Italia srl – il calo è stato importante ma i pescatori hanno rimodulato le uscite in mare, l'Asta del pesce di Fiumicino continua a svolgersi e il pesce arriva nei supermercati e alla piccola distribuzione. Evidentemente la tempra di chi lavora da sempre in situazioni impervie, tenendo conto delle altalene meteorologiche, potrà essere salvifica anche stavolta". Molti pescatori del litorale romano in particolare hanno ridotto le uscite a 3 settimanali, evitano contatti con i clienti e utilizzano guanti e mascherine. C'è poi il calo del prezzo del pescato che si sta rivelando una sorpresa per molti consumatori, che sono così tornati a preferire il prodotto fresco allo scatolame. Soluzione valida anche per la salute se si considera l'apporto vitaminico garantito da questo tipo di alimentazione. "In tutto ciò – conclude Daniele Attili – grandi aziende come la nostra non hanno minimamente ritoccato la condizione lavorativa dei dipendenti che solo in pochi casi e per scelta personale hanno deciso di lavorare da casa. Per il resto siamo una famiglia e come ogni famiglia questa battaglia l'affronteremo insieme, forti del fatto che delle barche in tempesta un po' di dimestichezza noi sicuramente ce l'abbiamo".  

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