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Buono spesa e consegne a domicilio. Via libera dalla Regione Lazio

La giunta approva lo stanziamento di 19 milioni per alimenti e medicinali e di 2 milioni per il terzo settore. Obiettivo sostenere le fasce deboli in crisi economica a causa dell'epidemia da Covd-19

Daniele Di Mario
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La Regione Lazio stanzia 21 milioni di euro a sostegno delle famiglie, in difficoltà economica a causa dell'emergenza Covid-19. Con due apposite delibere di giunta approvate oggi su proposta dell'assessore alle Politiche sociali, welfare ed enti locali Alessandra Troncarelli, sono stati approvati due provvedimenti: «Buono spesa» che stanzia 19 milioni di euro in favore dei Comuni e misure straordinarie per gli enti del terzo settore per un importo di 2 milioni di euro. Nel dettaglio, i 19 milioni di euro sono così suddivisi: 7 milioni sono destinati ai Municipi di Roma Capitale, mentre i restanti 12 milioni sono ripartiti tra gli altri Comuni del Lazio, in proporzione alla popolazione. «Le risorse di Buono spesa - spiega l'assessore Troncarelli - sono riservate all'acquisto di cibo, alla distribuzione di pacchi alimentari, nonché alla copertura dei costi sostenuti per i medicinali. Destinatari sono le famiglie e tutte quelle persone che, con l'attuale crisi, non hanno mezzi per far fronte ai bisogni primari. In un momento tanto difficile, la Regione Lazio sta mettendo in campo una serie di azioni concrete e immediate per alleviare le difficoltà delle fasce più vulnerabili, assicurando i beni di prima necessità e dando la possibilità di acquistare anche le medicine. È prevista la possibilità di usufruire delle convenzioni con gli enti del terzo settore per la distribuzione a domicilio». Per accedere al servizio, va presentata domanda al segretariato sociale territorialmente competente (anche per via telefonica o mail) oppure bisogna essere segnalati da parte degli enti del Terzo settore. Tra i requisiti richiesti, l'essere in carico ai servizi sociali comunali oppure trovarsi in una situazione di bisogno a causa dell'emergenza derivante dalla epidemia, previa autocertificazione soggetta a successiva verifica. Il buono spesa o pacco alimentare ha un valore di 5 euro a persona al giorno, elevabile a 7 euro in caso in cui il destinatario sia un minore. Al fine di raggiungere il maggior numero di soggetti possibile, il massimo importo concedibile per singolo nucleo familiare ammonta a 100 euro a settimana. Le spese per medicinali sono riconosciute in base alla situazione di disagio economico, fino a un massimo di 100 euro al mese. I Comuni provvederanno tempestivamente all'erogazione dei buoni spesa o dei pacchi alimentari ai beneficiari, anche attraverso l'attivazione di accordi con le catene di distribuzione alimentare o con singoli esercizi per il servizio di consegna a domicilio. Fondamentale sarà anche il ruolo degli uffici di piano dei distretti socio-sanitari a supporto dei singoli Comuni. «Con lo stanziamento in favore degli enti del terzo settore - continua l'assessore Troncarelli - diamo un ulteriore riconoscimento al mondo del volontariato che, ancora una volta, assicura un supporto insostituibile nella erogazione di servizi essenziali a favore delle fasce più deboli della popolazione». Tra le iniziative finanziate: acquisto e consegna al domicilio di pasti, beni di prima necessità, farmaci, alimentari, prodotti per igiene e profilassi; acquisto e distribuzione di dispositivi di protezione individuale dal Covid-19 anche per gli ospiti di case di riposo, «dopo di noi» e altre strutture di accoglienza; acquisto pasti per le mense sociali, per i dormitori e per le strutture di accoglienza. Le risorse sono destinate tramite avviso pubblico, per un massimo di 200mila euro per ciascun ente del terzo settore. Sempre oggi, la giunta regionale ha dato il via libera alla delibera «Spesa facile» per le consegne a domicilio. Un servizio gratuito e riservato alle fasce più deboli o maggiormente esposte, frutto di un accordo tra la Regione, i Comuni, il terzo settore, le associazioni di categoria di commercio e distribuzione e le catene dei supermercati: sarà consegnata a domicilio la spesa a persone non autosufficienti, anziani, coloro cui è sconsigliato per patologie pregresse e a chi è impegnato nei servizi di emergenza. La spesa sarà portata a casa da volontari, che avranno un percorso a loro riservato nei negozi per velocizzare le consegne. Coinvolti a oggi 67 organizzazioni del terzo settore e 854 punti vendita di tutto il Lazio. «Nel Lazio prende forma una rete solidale che riunisce la Regione, i Comuni, 67 associazioni di volontariato e ben 854 esercizi commerciali grandi e piccoli - quelli che hanno aderito finora ma se ne aggiungeranno molti altri - per venire incontro a chi, non dovendo o non potendo uscire per andare a fare la spesa, ha bisogno di aiuto», si legge in una nota della Regione. «È per garantire la consegna a casa delle categorie più fragili e in difficoltà che è nato, infatti Spesa Facile, un protocollo d'intesa il cui testo è stato approvato oggi dalla giunta regionale del Lazio - con una delibera proposta dall'assessore allo Sviluppo economico, commercio e artigianato, ricerca, start-up e innovazione, Paolo Orneli, di concerto con il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, e l'assessora alle Politiche sociali, welfare ed enti locali, Alessandra Troncarelli - e che verrà siglato a breve con Federdistribuzione, Ancc-Coop (Associazione nazionale delle cooperative di consumatori-Coop), Ancd Conad (Associazione nazionale cooperative fra dettaglianti Conad), Federlazio, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato, Forum del terzo settore Lazio e Anci (Associazione nazionale dei comuni d'Italia) Lazio», continua la nota. L'intesa, che sarà operativa in tempi brevissimi, permetterà di garantire l'arrivo della spesa direttamente a domicilio a persone che hanno l'obbligo di restare in casa (come ad esempio quelle in quarantena o positive al coronavirus e in isolamento domiciliare), persone non autosufficienti, individui immunodepressi e/o con patologie croniche, anziani, donne in gravidanza, persone impegnate nei servizi sanitari e nella gestione dell'emergenza che hanno difficoltà a fare la spesa e individui che comunque sono impossibilitati a raggiungere i beni di prima necessità. I beneficiari verranno individuati dai Comuni in collaborazione con le organizzazioni del terzo settore. L'accordo prevede che saranno le organizzazioni del terzo settore, i Comuni o i soggetti da questi incaricati a raccogliere gli ordini dai beneficiari in varie modalità che verranno stabilite (mail, messaggi, telefono, ecc.). I volontari (a quelli delle associazioni che hanno già aderito si aggiungeranno poi quelli di decine di comitati di quartiere e di centinaia di parrocchie che hanno manifestato la volontà di svolgere questo servizio) saranno identificabili grazie a un tesserino, una pettorina o un badge con il logo dell'iniziativa e dovranno essere dotati di tutte le necessarie misure di protezione e precauzione individuale fornite dalla loro organizzazione; disporranno inoltre di un percorso di accesso ai punti vendita a loro dedicato, per evitare i tempi di attesa e, una volta fatta la spesa, la consegneranno direttamente all'indirizzo del destinatario. Il servizio sarà completamente gratuito.

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