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Coronavirus, il Centro storico di Roma finisce sotto choc

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A Roma adesso strade deserte, negozi chiusi, mezzi di trasporto vuoto

Susanna Novelli
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Dall'indifferenza alla paura il passo nella Capitale è stato brevissimo. Le immagini di una domenica di piena primavera con le persone ammassate nei bar, nei parchi, in spiaggia sembrano fotografie scattate un anno fa. A distanza invece di 24 ore la scena da registrare è completamente diversa. Autobus e metropolitane insolitamente vuoti, persone più «distanziate» anche in strada e - finalmente - rispettose delle file a distanza di sicurezza. Più consapevolezza anche da parte dei commercianti che, grazie anche alle sanzioni introdotte, sono attenti a far rispettare gli ingressi contingentati. C'è tuttavia chi dalla consapevolezza è scivolato nel panico con messaggi deliranti, tipo il cartello affisso in un esercizio commerciale di piazza di Pietra, in pieno centro storico, in cui il gestore ha scritto di tenere chiuso il locale in previsione «del picco che, come riferito dal governo e dalle autorità sanitarie è atteso a Roma tra 10/15 giorni a partire da oggi». Per approfondire leggi anche: Romani incoscienti: tutti al mare o in fraschetta Tante le persone attonite ferme a leggere queste deliranti informazioni. Nessuna comunicazione né ufficiale né ufficiosa in merito al coronavirus ha riferito un'informazione simile. Procurato allarme insomma in una città che soprattutto in centro storico è già sotto choc. Aumentano di giorno in giorno le serrande abbassate, tanti gli esercizi soprattutto bar e ristoranti che preferiscono rimanere chiusi a fronte di un incasso in molti casi azzerati, oltre alla paura che sta crescendo in migliaia di persone che per venire in centro sono obbligati a prendere i mezzi pubblici, una mobilità al momento sconsigliata. L'Sos lanciato proprio ieri degli esperti sulla Capitale ha avuto tuttavia un effetto domino e decine di fake si sono susseguite per tutta la giornata sorpattutto sui social. «Bisogna dire che per ora Milano ha focolai limitati. A Roma iniziano casi di Covid-19 e catene di trasmissione. Bisogna agire prontamente», ha detto Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore sanità. A rendere la Capitale vulnerabile al coronavirus, in particolare il numero degli «spostamenti» di persone che vengono in città per lavoro. Prevenire, insomma, con le raccomandazioni ormai note e responsabilità. Il numero verde della Regione è stato preso d'assalto al punto tale che nel pomeriggio è stato attivato un format online dove si potrà comunicare per chi arriva nel Lazio la propria permanenza nei 14 giorni precedenti in zone a rischio, come previsto da ordinanza. Nel frattempo - ha specificato la Regione nella nota - si invitano i cittadini a contattare il numero verde solo in presenza di sintomi febbrili». E mentre il Campidoglio concede ai propri dipendenti lo «smart working», ovvero la possibilità di lavorare da casa, dalla comunità cinese romana arriva un gesto che va oltre la solidarietà e di certo buon auspicio: sono state infatti donate diecimila mascherine all'Ares 118. «Un gesto di solidarietà importante che rinsalda l'amicizia tra Roma e la comunità cinese. Grazie!», ha commentato l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato. Intanto dal Campidoglio sono allo studio misure restrittive sulla movida, al vaglio in particolare la chiusura anticipata alle 18. Misure forse necessarie e speriamo non tardive come invece sostenuto dal membro del comitato esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Walter Ricciardi: «Fra sette giorni si vedrà l'effetto della movida dei giovani di Roma».

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