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"Facciamo noi da garanti", Diabolik e Casamonica al tavolo coi clan di Ostia

Davide Di Santo
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Salvatore Casamonica, esponente apicale dell'omonimo clan attualmente detenuto col 41-bis, e un avvocato del Foro di Roma - agli arresti domiciliari - insieme a Fabrizio Piscitelli alias Diabolik avrebbero messo in piedi una pax mafiosa fra il clan Spada e un altro gruppo criminale di Ostia con a capo Marco Esposito detto “Barboncino”. A sostenerlo il Gip di Roma in base alle indagini, coordinate dalla D.D.A. e condotte dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma della Guardia di Finanza.  Per approfondire leggi anche: Diabolik e la pace con i clan di Ostia, due arresti "Per siglare e mantenere l'accordo, i due 'garanti' ('...io e te ci stiamo mettendo in mezzo per fare da garanti eh!...') - spiegano gli inquirenti nell'ordinanza delle misure cautelari per i due indagati - avevano però bisogno del supporto di un professionista quale trait d'union con libertà di movimento, credibile agli occhi degli altri criminali e con possibilità di accesso alle aule di Tribunale e agli istituti carcerari". Nel dicembre del 2017, in un ristorante a Grottaferrata, si sarebbe svolta la "riunione illecita" alla presenza dell'avvocata Lucia Gargano, agli arresti domiciliari. "Ho paura di tutti questi delinquenti che stanno a questo tavolino… l'avvocato, mamma mia che coraggio che ha! Mamma mia… in mezzo a tutti questi scatenati…", sono le frasi di un'intercettazione riportate nell'ordinanza. Gli inquirenti sottolineano che la pace da imporre sul litorale si inseriva "in un momento storico particolarmente complesso per il clan Spada", dovuto allo stato di detenzione dei propri vertici Ottavio e Roberto, e alle limitazioni cui era soggetto il capo indiscusso Carmine, detto "Romoletto", e al fatto che i capi e numerosi sodali del clan Fasciani, federati agli Spada, erano detenuti da anni. Di questo momento di difficoltà voleva approfittare l'organizzazione riconducibile a 'Barboncino', che "aveva intenzione di 'riprendersi' Ostia con atti di forza e di alto impatto sulla cittadinanza: in appena tre giorni venivano infatti perpetrati tre distinti atti intimidatori nei confronti di soggetti organici o contigui agli Spada". Come evidenzia il gip "una guerra non sarebbe convenuta a nessuna delle due organizzazioni, tanto che Piscitelli e Casamonica dichiaravano apertamente che stavano fungendo da garanti di un accordo tra i due gruppi contrapposti". Per scongiurare quella che il Giudice definisce "una vera e propria guerra di mafia", i due decisero di dettare all'avvocato una lettera che avrebbe dovuto consegnare in carcere, qualche giorno dopo, allo stesso Ottavio Spada. "In effetti, da lì a poco, cessavano le ostilità sul litorale", sottolineano gli inquirenti, secondo cui "nel mondo criminale romano questa vicenda aveva una tale eco da diventare tema di discussione per mesi".

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