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Colpo ai narcos della Capitale: 21 arresti, legami con Piscitelli

Tra i fermati Davide Barberis, vicino ad Arben Zogu della batteria di Ponte Milvio

Andrea Ossino
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Dalla Marranella fino a Torpignattara passando per La Rustica, Acilia, Infernetto, Pietralata e Fonte Nuova. L'operazione “Lucifero”, condotta dalla polizia, ha disarticolato alcune tra le più importanti piazze di spaccio della Capitale, con un sequestro di 30 chili di cocaina.  Sono 22 le ordinanze di custodia cautelare in carcere chieste e ottenute dal sostituto procuratore Nadia Plastina. Tra gli arrestati c'è anche Davide Barberis, personal trainer classe 1976 considerato essere vicino a Dorian Petoku. L'albanese è un nome noto negli ambienti della criminalità organizzata in quanto vicino ad Arben Zogu. Quest'ultimo in diverse informative viene descritto come un esponente della “batteria di Ponte Milvio”, la stessa che per lungo tempo, ritengono gli inquirenti, sarebbe stata comandata da Fabrizio Piscitelli, Diabolik, il leader degli Irriducibili della Lazio ucciso il 7 agosto scorso al Parco degli Acquedotti.  Si tratta di personaggi trasversali. Del resto l'intera operazione fotografa la realtà romana: composta da più livelli, piazze di spaccio e criminali che non sono particolarmente legati a una zona fissa.  L'indagine Lucifero va a colpire un livello medio-alto della criminalità, con narcotrafficanti di un certo calibro (il siciliano Gaetano Mazza, ad esempio, è attualmente latitante in Colombia, dove secondo gli inquirenti media grosse partite di droga). Poi ci sono gli albanesi come Petoku (in Albania in attesa di estradizione), un uomo al centro di varie indagini che si muove sia tra le piazze di spaccio che tra le vie del centro storico e in ambienti del mondo dello spettacolo.  Il lavoro condotto dalla Narcotici, iniziato nel marzo 2017, ridisegna il quadro romano della criminalità, visto che mira a far luce sulle rotte della droga che dai grandi fornitori arriva fino alle vie di Roma, specialmente tramite gli albanesi. È seguendo loro che gli inquirenti sono arrivati a Davide Barberis. “Compriamo la coca a un chilo, ci aggiungiamo due punti e ci guadagnano senza mai toccarla”, diceva l'indagato. Non toccavano la droga, non la trasportavano e non la vendevano direttamente. Gestivano le rotte e i contatti e così facendo guadagnavano milioni di euro. Per incastrarlo gli investigatori hanno dovuto monitorare gli incontri dove venivano presi accordi. Così  sono arrivati a sgominare diverse “batterie”. Grossi criminali e nuove e giovani leve(dai 25 ai 30 anni) che puntavano in alto, cercavano di egemonizzate la piazza della Maranella e consegnavano la droga direttamente a domicilio in taxi. Anche la piazza di Torpignattara è stata ripulita. E poi ci sono i cani sciolti che reclutavano corrieri e seguono a distanza la consegna della cocaina. Non tutti tenevano un profilo basso. Sul profilo Facebook di uno degli arrestati, latitante a Londra, si legge infatti la scritta “io compro droga”. Tra gli atti vengono evidenziate aspirazioni criminali, ascese e cadute di aspiranti boss. Viene disegnato un contesto in movimento, prodromico all'omicidio di Diabolik. 

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