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Inchiesta stadio della Roma: cambia il giudice, tutto da rifare

Davide Di Santo
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Il gup di Roma Costantino De Robbio ha rimandato gli atti al presidente e si è dichiarato incompetente a decidere nell'ambito del filone principale dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Si ricomincia dunque tutto da capo con il procedimento e si dovrà scegliere un nuovo giudice e una nuova data per l'udienza preliminare. La decisione è scattata perché De Robbio aveva messo la sua firma su alcuni decreti di intercettazioni che riguardavano l'imprenditore Luca Parnasi. Oltre che per Parnasi, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per altre 14 persone tra cui cinque suoi stretti collaboratori: Luca Caporilli, Giulio Mangosi, e Simone Contasta, che avevano chiesto di patteggiare una condanna a 2 anni e ai quali la Procura aveva dato l'ok. Chiesto il rinvio a giudizio anche per gli altri manager collaboratori di Parnasi, Nabor Zaffiri e Gianluca Talone, oltre che per l'ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio, Adriano Palozzi, l'ex assessore regionale e attuale consigliere Michele Civita, il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Davide Bordoni, il soprintendente ai beni culturali, Francesco Prosperetti. Ci sono poi Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola, l'ex assessore allo sport del X Municipio, l'architetto Paolo Desideri, e Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al Mibact. Le accuse sono a vario a titolo di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito. I pm capitolini in particolare ipotizzano una presunta corruzione nell'ambito della variante del progetto per lo stadio che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle,  approvato poi col taglio del 50% delle cubature rispetto al progetto iniziale. Per questa vicenda Campidoglio e Regione Lazio hanno chiesto di costituirsi parti civili.  

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