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Casa ai rom a Casal Bruciato, primi denunciati per la rivolta

Informativa della Digos con i nomi in Procura. Anche chi ha gridato: "Ti stupro"

Maria Grazia Coletti
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È calata la tensione in via Satta, nel quartiere di Casal Bruciato, periferia est della capitale dopo le violente proteste dei giorni scorsi degli abitanti della zona contro l'insedimento in un alloggio popolare di una famiglia rom. Anche oggi, benchè non ci fosse più il gazebo di CasaPound, l'area è stata presidiata dalle forze dell'ordine e da due blindati fermi davanti agli ingressi del piazzale. Ci sono sempre le bandiere dell'Italia che sventolano da alcuni balconi. Tuttavia, quanto avvenuto nei tre giorni che hanno segnato l'arrivo degli Omerovic avrà sicuramente uno strascico giudiziario. La Digos sta ultimando l'informativa che a breve sarà consegnata alla procura di Roma. Gli investigatori, visionati alcuni filmati e acquisite varie testimonianze, chiederanno ai magistrati di procedere con le prime iscrizioni sul registro degli indagati per i reati di violenza privata, minacce e istigazione all'odio razziale: nel mirino anche il ragazzo che ha gridato 'ti stuprò a una donna rom che passava con la bambina. La famiglia degli Omerovic, intanto, tiene duro e fa sapere di non avere alcuna intenzione di mollare la presa: «Noi da qua non ci muoviamo. Abbiamo aspettato tanto per avere una casa. C'è una graduatoria e non è giusto rinunciare - ha ribadito una componente della famiglia -. Stiamo facendo di tutto per farci accettare dalla gente del posto». «Oggi va meglio - ha raccontato papà Imer, che vive a Roma da 30 anni - stamattina sono uscito a fare colazione al bar ma non so dopo come andrà, vedremo nei prossimi giorni. Ho aspettato tanto tempo per questa casa e devo rimanere qui. Siamo molto preoccupati mia figlia di 3 anni non dorme da quattro giorni, si sveglia continuamente. L'altra di 9 anni ha avuto il panico». Nel pomeriggio la famiglia è uscita sotto scorta per incontrare Papa Francesco a San Giovanni: «Lo vogliamo ringraziare per l'invito e per aver mandato nella nostra casa il vescovo ausiliare. Non so cosa gli diremo, pregheremo insieme. Per me siamo tutti uguali». E proprio il Pontefice, che questa mattina nella Sala Regia del Palazzo apostolico ha presieduto un incontro di preghiera con il popolo rom e sinti esprimendo vicinanza ai circa 500 presenti, è tornato a parlare delle cronache di questi giorni, pur senza fare esplicito riferimento ai fatti di Casal Bruciato: «Prego per voi - ha detto Francesco - soffro quando sul giornale leggo qualcosa di brutto, perché questa non è civiltà. L'amore è la civiltà, perciò avanti con l'amore».

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