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Voragini, frane e rischio alluvioni: incubo a Roma. E il Tevere fa paura

Pericolo di smottamento in 400 zone: per la sicurezza serve un miliardo

Alessio Buzzelli
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I siti soggetti a fenomeni franosi nel territorio del Comune di Roma sono ben 383, il numero più alto fra le Capitali europee. Un numero monstre emerso dal primo rapporto "Roma Capitale" curato dall'Autorità di Distretto idrografico dell'Italia Centrale - il nuovo ente che ha accorpato anche l'ex Autorità del Tevere - in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile nazionale, l'Ispra e la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche "#italiasicura", rapporto presentato ieri nella Sala polifunzionale di Palazzo Chigi. Quasi 400 zone sparse su tutto il territorio della città che rischiano di collassare su sé stesse, all'interno delle quali vivono migliaia di persone. Tra queste, il rapporto ha individuato alcune aree della Capitale particolarmente a rischio - anche a causa dei fenomeni franosi più recenti -, come quelle della collina di Monte Mario, viale Tiziano, Monteverde vecchio e Balduina. Per gli interventi di prevenzione volti a scongiurare il verificarsi di fenomeni franosi sarebbero necessari, come calcolato nel dossier, circa 86 milioni di euro, da utilizzare per la realizzazione di 28 opere di contrasto di contrasto al rischio frane. Ed è proprio "prevenzione" la parola chiave attorno a cui il rapporto si sviluppa, come sottolineato da Erasmo D'Angelis, segretario generale dell'Autorità di distretto idrografico dell'Italia centrale, durante il suo intervento: «I problemi di Roma sono cronici e strutturali. Non si affrontano inseguendo sempre le emergenze e... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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