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Roma, i centri sociali tifano Zingaretti

Al «Csoa» La Strada volantinaggio per il Governatore del Lazio

Francesca Musacchio
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I volantini elettorali del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, distribuiti dai centri sociali. Un vero e proprio lavoro "appaltato" al mondo antagonista che pare venga anche retribuito, ma in nero. Munito di telecamera nascosta, il collaboratore de Il Tempo, Alessandro Migliaccio, ha fatto un giro tra le sedi delle diverse realtà romane antagoniste documentando il fenomeno. Il video sarà visibile da oggi su il sito www.iltempo.it. Sono tanti, infatti, quelli che nelle ultime settimane hanno girato Roma (e non solo) per distribuire i volantini per il candidato del Pd alle regionali. Fin qui nulla di male, se non fosse che molti di questi ragazzi appartengono ai centri sociali che hanno occupato proprio edifici di proprietà, in alcuni casi della stessa Regione Lazio o del Comune di Roma. Come, per esempio, il Centro sociale La Strada, che ha occupato da anni un edificio in via Francesco Passino 24, nel quartiere Garbatella. Durante il viaggio con la telecamera nascosta, abbiamo incontrato gli addetti al volantinaggio di Zingaretti in diverse zone di Roma e in diverse circostanze. Anche in occasione, ad esempio, del corteo antifascista del 24 febbraio organizzato dall'Anpi. Tutti gli "intervistati" hanno detto la stessa cosa: «Mi pagano 10 euro al giorno per il volantinaggio, in nero ovviamente». Ma chi li paga? «Io faccio parte del centro sociale La Strada. Sono uno dei volontari». Anche se tanto volontario non sarebbe dal momento che sarebbe pagato. «Se sei in cerca di un lavoro puoi andare a chiedere là nella sede del centro sociale». E così, sempre armati di telecamera nascosta, ci siamo recati in via Francesco Passino 24, nell'edificio del Comune di Roma, occupato dagli aderenti al centro sociale per chiedere conferma. Ben due di loro hanno ammesso che «sono due settimane già che si sta facendo il volantinaggio per Zingaretti. Abbiamo già lavorato con lui - ha spiegato uno degli attivisti - e per questo, anche se è del Pd, ci occupiamo dei suoi volantini». Una ragazza ha aggiunto che «è Zingaretti a pagare». In realtà potrebbe invece essere stato uno dei Comitati pro Zingaretti ad affidare l'incarico. Il tutto, ovviamente, avviene di nascosto e non è pubblicizzato. Nonostante l'attivismo dei centri sociali contro la politica quasi nella sua interezza (a meno di compagini di estrema sinistra), se si tratta di lavorare si può forse chiudere un occhio. Del resto, la "simpatia" del presidente uscente della Regione Lazio verso certi movimenti estremisti della galassia antagonista, negli anni è già emersa. È il caso delle famose delibere, la 109 e la 110 del marzo 2016, che hanno modificato il regolamento per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica destinata all'assistenza abitativa per venire incontro alle esigenze dei professionisti delle okkupazioni di massa e che ingrosserebbero le fila dell'ala più a sinistra dalla coalizione zingarettiana. La delibera 109 modifica il regolamento per l'assegnazione delle case popolari introducendo, dopo l'articolo 30 della legge regionale 2/2000, l'articolo 30 bis, che recita testualmente: «Per rispondere alle emergenze abitative registrate da Roma Capitale con deliberazioni n. 206 del 16 maggio 2007, n. 124 del 13 aprile 2001 e con memoria di Giunta capitolina dell'11 giugno 2014, la Giunta Regionale attua un programma straordinario di interventi per l'emergenza abitativa, riservando un complesso di alloggi ai nuclei familiari presenti in immobili di proprietà pubblica o privata impropriamente adibiti ad abitazione per stato di estrema necessità». Insomma, chi occupa abusivamente un immobile ha una corsia preferenziale per ottenere una casa popolare. Vale per tutti, compresi i rifugiati etiopi ed eritrei sgomberati dal palazzo di via Curtatone, a due passi da stazione Termini, lo scorso agosto. In tema di antifascimo, poi, Zingaretti ha ritenuto opportuno mobilitarsi anche su un altro versante. L'11 luglio 2017, una quindicina di consiglieri regionali del Lazio, della maggioranza di centrosinistra, hanno presentato una proposta di legge su «Interventi regionali per favorire la conoscenza dei fatti legati alla resistenza, alla lotta di liberazione e all'opposizione al fascismo». «Di che si tratta? - scriveva in quella circostanza Francesco Storace sul Giornale d'Italia - Della solita roba per spendere soldi nostri. Non bastasse il disprezzo che ormai riguarda la spesa delle regioni; adesso ci si mettono pure loro a buttare quattrini per finanziare quello che è già abbondantemente conosciuto e strafinanziato da decenni dallo Stato». E in questa campagna elettorale gli antifascisti non hanno fatto mancare il sostegno a una parte della sinistra mettendo in campo manifestazioni spesso violente. Ieri è stata la volta di Roma dove un gruppo di aderenti ai centri sociali ha improvvisato un sit-in a largo Arenula, non lontano dal Pantheon, dove CasaPound teneva il comizio di chiusura prima del voto. La manifestazione è terminata senza incidenti, ma la Questura ha fatto sapere che i partecipanti «tutti noti alle forze dell'ordine», verranno «denunciati all'Autorità Giudiziaria per omesso preavviso di manifestazione, nonché sanzionati per blocco stradale».

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