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Violenza choc a Roma Tiburtina, picchiato a sangue il barista che fa foto agli immigrati ubriachi

Grazia Maria Coletti
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Scatta le foto con il cellulare ai bivacchi di immigrati dalla porta del suo bar ma viene picchiato a sangue. Commerciante aggredito brutalmente da un immigrato. Un'altra violenza choc nelle stazioni di Roma e questa volta a farne le spese è stato un commerciante, titolare del bar di fronte la Stazione Tiburtina, proprio sulla Circonvallazione Nomentana di fronte al luogo ove ogni sera svariate associazioni abusivamente somministrano pasti e bevande a centinaia di persone. "Questa aggressione, la più brutale che riusciamo a ricordare, segue quelle ai giornalisti di Mediaset, e le continue risse sedate solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine. Il barista era nel suo negozio. Come ogni sera si sono concentrate centinaia di persone attratte dalla somministrazione dei pasti, la maggior parte stranieri ubriachi, parcheggiatori abusivi o migranti africani senza documenti che girano per l'area. "L'esercente - spiega una nota del comitato Cittadini Stazione Tiburtina in una nota diffusa attraverso la propria pagina Facebook ufficiale - si è messo sulla soglia del suo negozio e ha scattato una foto col cellulare alla folla davanti a lui. Questo non è andato giù ad uno di questi sbandati, in evidente stato di ubriachezza, che lo ha attaccato brutalmente al viso infierendo su di lui anche una volta messo a terra". Sul posto, prosegue il Comitato nella nota, "sono accorsi i carabinieri e i soldati del'esercito che pattugliano la zona. Noi auspichiamo che questo criminale venga al piùpresto identificato e arrestato. Il commerciante è stato portato via in ambulanza e speriamo possa rimettersi al più presto. Come Cittadini chiediamo da anni un'ordinanza che vieti il consumo di alcolici in strada e la vendita ad asporto su tutta l'area attorno la Stazione Tiburtina. Inoltre è evidente che la Questura debba urgentemente intervenire per vietare l'attivita' di somministrazione di pasti fuori dalla Stazione da parte di queste associazioni". "Non è davvero più possibile tollerare - conclude il Comitato - una concentrazione di circa quattrocento persone problematiche tutte le sere che ormai quotidianamente si rendono protagonisti di risse e aggressioni. Non siamo piu' liberi di uscire o di tornare di casa. Non possiamo invitare nessuno a casa nostra. Siamo come agli arresti domiciliari. Stiamo raccogliendo delle firme. Il Questore intervenga, non aspetti il morto".

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