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Giubileo, udienza di ringraziamento in Vaticano. Ma la Raggi non c'è

Papa Francesco

L'incontro voluto da Papa Francesco e dedicata alle istituzioni che hanno lavorato per la riuscita dell'Anno Santo. Presenti il ministro Alfano e il presidente Zingaretti

Vincenzo Bisbiglia
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Tutti presenti, tranne la sindaca di Roma. Nuovo giallo sui rapporti fra il Campidoglio e il Vaticano, da decenni mai così tesi come negli ultimi anni. Dopo le frecciate che lo scorso anno contribuirono all'uscita di scena di Ignazio Marino, ora potrebbe essere Virginia Raggi a finire nel fuoco incrociato - reciproco, a dir la verità - della Santa Sede. Stamattina si è svolta un'udienza nella sala Clementina voluta da Papa Francesco per ringraziare le istituzioni che hanno contribuito al "successo" (per così dire...) del Giubileo della Misericordia; sono intervenuti, per il governo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e il ministro dell'Interno Angelino Alfano; per la Regione, il presidente Nicola Zingaretti e il vice Massimiliano Smeriglio; poi il prefetto di Roma Paola Basilone e la dirigente del Campidoglio Virginia Proverbio, neo capo segreteria ma presente in veste di coordinatrice della segreteria tecnica presso la prefettura. Non si è vista invece Virginia Raggi, che alle 12 ha convocato una conferenza stampa sulla raccolta rifiuti nella Capitale. Come mai la sindaca non c'era? Non è stata invitata o non si è presentata? Già nel mese di settembre Raggi aveva inviato un collaboratore a un evento Cei, indispettendo Mons. Nunzio Galantino e guadagnandosi una frecciata dall'Osservatore Romano; nei giorni scorsi, Mons. Rino Fisichella - che già aveva criticato Marino - ha ringraziato tutte le istituzioni tranne il Comune di Roma. A sua volta, Virginia Raggi scelse a ottobre di non sedere fra le autorità in occasione della canonizzazione di Madre Teresa. Insomma, un amore mai nato fra Virginia e il Vaticano, accresciuto dalla spiccata laicità del programma del M5S in Campidoglio che già prima delle elezioni ha presentato un dossier piuttosto ricco sugli "sprechi" del Comune in relazione alle numerose "agevolazioni" e ai costi per i romani della Santa Sede (ignorando l'indotto turistico oggi in gran parte derivante dalla presenza a Roma dello Stato ecclesiastico), Vaticano che i grillini nelle loro uscite ufficiali etichettano spesso - e volutamente - come "ospite" in città. E ora? Cosa succederà? Marino pagò caro alcuni "affronti" alla sponda sinistra del Tevere. Memorabile, suo malgrado, lo sfogo di Papa Bergoglio che in aereo disse di "non aver invitato io Marino" a un evento a Philadelphia, con tanto di telefonata-scherzo de La Zanzara a Mons. Paglia durante la quale si descriveva la tensione dei rapporti fra l'allora Giunta e il Pontefice; sempre in quei giorni, le indiscrezioni sul "fastidio" di Mons. Fisichella nei confronti del Comune per la presenza dei venditori abusivi. Certo, la situazione ora è diversa. Il Pd, ormai dal forte animo cattolico, non poteva sopportare che il proprio sindaco si mettesse contro addirittura il Papa; discorso diverso per Virginia Raggi e i suoi, che su un certo "anti-clericalismo" di matrice economica hanno costruito voti e consenso popolare e dunque non dovrebbero temere - in teoria - fastidi e "rappresaglie" dal Vaticano. Appuntamento a dopo il referendum?

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