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La Comunità di San'Egidio «Sono 1.500 in difficoltà»

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Lichiede La Comunità di Sant'Egidio, esprimendo il proprio dolore per la drammatica morte delle due persone vittime dell'incendio nel sottopasso di Corso Italia. Nei giri serali per la distribuzione di cibo e bevande calde, di coperte e vestiario pesante, la Comunità entra in contatto con una realtà di sofferenza che coinvolge almeno 1.500 persone costrette a vivere per strada o in luoghi di assoluta fortuna, spesso costrette a rifugiarsi in zone nascoste e poco raggiungibili, e obbligate a combattere il freddo con strumenti improvvisati e contro ogni logica di sicurezza. «La collaborazione avviata da anni con il Comune e con altre organizzazioni del volontariato - spiega Sant'Egidio - ci fa osservare come sia cresciuta la necessità di rispondere a tempi straordinari con misure straordinarie. A Roma i posti letto per persone senza dimora durante l'inverno sono 2800. Si questi oltre la metà sono approntati e gestiti da privati (parrocchie, volontariato, enti benefici). Il Comune di Roma - continua - nei mesi invernali gestisce poco meno della metà del totale, comprendendovi anche i posti letto per i rifugiati politici. Tutto questo rappresenta già uno sforzo importante, ma purtroppo non ancora sufficiente per far fronte ad una realtà di sofferenza che si è andata aggravando nelle ultime settimane. Le associazioni cattoliche - Acli di Roma e Lazio, Ceis di Don Mario Picchi, Untalsi e Bancofarmaceutico - chiedono «un censimento di tutti quei siti che offrono riparo alle persone senza fissa dimora. Potere conoscere questi luoghi permetterebbe di potere individuare con maggiore celerità le emergenze e soprattutto, in caso di un clima rigido come in questi giorni, di potere intervenire preventivamente con la distribuzione di coperte e pasti caldi». Eventuali segnalazioni ai numeri verdi di Unitalsi (800062026) e Bancofarmaceutico (800587793) sia chiamando le sedi ACLI e il Ceis di Don Mario Picchi (www.acliroma.it; www.aclilazio.it e www.ceisroma.it).

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