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Appalti Asl RmA Legacoop bussa a Consiglio di Stato

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Saràdepositato lunedì il ricorso della cooperativa Cir al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio, che ha rigettato la richiesta di annullamento dell'aggiudicazione del servizio di assistenza domiciliare dell'Asl RmA alla società Medicasa. È quanto è stato dichiarato ieri in una conferenza stampa indetta da Legacoop Lazio in merito all'appalto del servizio di assistenza domiciliare dell'Asl RmA. Per la coop Cir ci sono le condizioni per sospendere l'aggiudicazione della gara, nelle more della definizione del nuovo giudizio. «Il primo dei motivi che hanno indotto la cordata di cooperative a chiedere al Tar l'annullamento della gara di appalto - ha dichiarato Stefano Venditti, presidente Legacoop Lazio - è il mancato rispetto della normativa sull'accreditamento del servizio di assistenza domiciliare, previsto già dalla L.R. 4/2003, dalle DGR 325/2008 e 326/2008 e infine dalla L.R. 6/2011». «Le nostre imprese - ha spiegato Pino Bongiorno, presidente Legacoopsociali Lazio - essendo in possesso di tutti i requisiti, hanno presentato domanda di autorizzazione e accreditamento sin dal 2007. Il vuoto amministrativo causato dalla Regione Lazio in questa materia, non ha consentito di espletare tale istanza e ha permesso alla Asl RmA di rimettere a gara il servizio». «Lo stesso Tar del Lazio nella sentenza ha affermato che "sebbene l'attività socio sanitaria di assistenza domiciliare, nella Regione, sia in astratto ed in linea di principio ricompresa tra le attività soggette ad autorizzazione di esercizio ed accreditamento istituzionale, in base alla stessa legge regionale (n 4/2003 e 6/2011), i relativi procedimenti risultano ancora inattuali. Un'inerzia che ha arrecato grave danno alle coop della cordata ed ha permesso a nuovi soggetti di entrare improvvisamente nel mercato, senza l'esperienza e la solidità che le cooperative già presenti sul territorio possono vantare». Costi triplicati. «Ci ha lasciato perplessi la decisione di aggiudicare la gara a un costo annuo di 5 milioni, contro di 2,5 milioni spesi per il servizio reso fino ad oggi - ha continuato Bongiorno - Non solo, il capitolato prevede un fabbisogno di un terzo inferiore a quello reale: per assistere i pazienti oggi in carico l'Asl potrebbe spendere 7.5 milioni».

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