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L'imbarazzo Pdl su Storace Una questione di seggi

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Non avere il candidato di partito limita il numero degli eleggibili

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L'appoggiodi Silvio Berlusconi alla candidatura di Francesco Storace alla presidenza della Regione ha creato «imbarazzo» all'interno di una parte dell'apparato del partito locale che puntava a una candidatura della società civile e che solo qualche settimana fa aveva respinto al mittente proprio l'ipotesi di convergere su Storace. Un «imbarazzo» tuttavia legato, dicono alcuni, più al complesso quadro delle candidature in Parlamento e al Consiglio regionale che ad altro. Non avere il candidato presidente, o comunque, della bandiera del partito porta un «deficit» di poltrone difficile da digerire, soprattutto in vista di una campagna elettorale tutta in salita. Una «pausa» di riflessione quella dell'apparato Pdl di Roma e del Lazio a volte indotta. A diversi autorevoli esponenti che avevano già pronta una nota stampa di sostegno a Storace sarebbe stato consigliato di «attendere» per la diffusione. Una decantazione per comprendere dunque cosa mettere e pretendere sul tavolo dell'accordo, inevitabile, con il candidato presidente de La Destra. Storace, intanto non perde tempo e riveste sin da subito gli abiti del candidato unitario. «È evidente il motivo per cui tocca a noi la candidatura per la presidenza della regione Lazio. È perché tutti sanno che noi non viviamo di politica. Noi di politica ci moriamo, perché per le nostre idee ci facciamo ammazzare piuttosto che tradirle. Ed è il motivo dell'entusiasmo che tocchiamo con mano da quando il centrodestra si è schierato con la dichiarazione di Berlusconi - dice Storace - se potessimo scegliere un epitaffio scriveremmo che privilegiammo l'etica dei valori all'estetica del potere. Ci hanno buttato giù, ci hanno spintonato indietro, ci hanno provato in tutti i modi ma ogni volta ci siamo rialzati con orgoglio e abbiamo ricominciato. Ma in questa campagna elettorale, quella per l'Italia e per il Lazio non bisognerà parlare solo del passato: litigare sulle scelte di ieri e dell'altro ieri allontana il diritto al futuro. È invece il domani che vogliamo scovare, scoprire, sognare. Ecco - conclude il candidato presidente - non è proprio il caso di far vincere Nicola Zingaretti». Zingaretti appunto, già in vantaggio non solo per il fatto di essere il candidato della coalizione all'opposizione ma anche per essere in pista da due mesi. Lontano dalle sterili polemiche che caratterizzano ogni campagna elettorale, Zingaretti non commenta gli «avversari» ma punta sulle materie elettorali, come sanità e rifiuti. Forte soprattutto del fatto di avere alle spalle un partito e una coalizione che, nonostante tutto, si presenterà compatta per raggiungere l'obiettivo della vittoria. Una sicurezza che nel centrodestra è ancora tutta da costruire. Qui sono già partiti gli attacchi razzisti sul web contro la candidatura del volto del Tg3, Fidel Mbanga-Bauna, che guiderà la lista Storace. Attacchi respinti al mittente. Sempre Storace ha poi annunciato che Giuliana de' Medici, figlia di Giorgio Almirante e donna Assunta, ha accettato la candidatura alla Regione. I principali contendenti, ad oggi Zingaretti e Storace vanno avanti. La lista «Monti» prepara la candidatura di Giulia Bongiorno. IlPdl resta immobile. Sus. Nov.

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