Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il San Filippo Neri

Esplora:
default_image

perde cento posti letto In tre anni la Regione ha speso 60 milioni di euro per rilanciare l'ospedale. Occupata la direzione

  • a
  • a
  • a

Stavoltala mannaia del commissario Bondi si abbatte sul San Filippo Neri. L'ospedale sulla Trionfale non verrà chiuso, ma sarà sostanzialmente declassato. Il San Filippo Neri perderà 100 - anziché 117 - dei suoi circa 500 posti letto e verranno chiusi quattro reparti: Geriatria, Neurochirurgia, Chirurgia Toracica e persino Cardiochirurgia, un reparto all'avanguardia dove lavora come primario il professor Campanella, allievo di Barnard. Un professionista capace di importare dalla medicina anglosassone tecniche mini-invasive con un tasso di mortalità pari allo zero. Il reparto aveva un tasso di mortalità del 6%, dimezzato e portato al 3%. Un dato non tenuto in considerazione dall'Asp. Sulla Neurochirugia l'Asp sottolinea l'esiguo numero di interventi per tumore al cervello, una partica però introdotta al San Filippo da appena un anno. L'ospedale passerà da Dea di II livello a Dea di I livello. I tagli sono stati confermati al direttore generale facente funzione Sommella nel corso della riunione di ieri con i vertici Asp e lo stesso Bondi, anche se dovrebbero salvarsi tre reparti nel mirino di Bondi: Urologia, Otorino e Chirurgia vascolare. «Una proposta che rispediamo al mittente - dice Paolo Dominici, segretario provinciale Uil-Fpl - Neanche un posto letto deve essere perduto». Il progetto di ridimensionare - o chiudere - il San Filippo Neri era già stato avanzato dall'ex governatore e commissario Marrazzo. Un'idea accantonata poi dalla Polverini che anzi, con l'ex direttore generale Domenico Alessio, decise di rilanciare e potenziare l'ospedale, divenuto negli ultimi tre anni un centro d'eccellenzacapace di attrarre su di sé attenzioni internazionali a fronte di investimenti per circa 60 milioni di euro. «Sessanta milioni investiti negli ultimi 3 anni per il rilancio del San Filippo Neri vanificati a seguito di una scelta inaccettabile. I dati dell'Asp - denuncia ancora Dominici - non sono circostanziato. La decisione di Bondi e dell'Asp è pretestuosa, un attacco politico al sistema sanitario regionale. Il San Filippo è l'unico ospedale pubblico nel quadrante di Roma Nord». Per difendere l'ospedale Dominici e un gruppo di lavoratori hanno occupato la direzione generale dell'ospedale e hanno poi avuto un lungo confronto con Sommella, di ritorno dal vertice in Regione. Anche la politica si schiera a sostegno del San Filippo Neri. «Quell'ospedale non va toccato. Giù le mani. Non c'è alcun bisogno di tagliare reparti - dice il capogruppo Pd in Regione Esterino Montino - I dati Asp sono parziali e non giustificati. Per recuperare i pochi posti letto necessari a rientrare nei limiti imposti dalla legge 135, non occorre iniziare dal San Filippo. Ad oggi non c'è ragione alcuna per colpire lo storico ospedale sulla Trionfale». Montino attacca poi Gabriella Guasticchi: «È la direttrice dell'Asp che consiglia Bondi e lo consiglia male». Sulle stesse posizioni di Montino anche Giulia Rodano (IdV) e Filiberto Zaratti (Sel). Non è tuttavia la prima volta che nei tagli viene usato un criterio a dir poco discutibile. Il caso San Giacomo fu emblematico. L'ospedale in via del Corso fu potenziato, vennero acquistati macchinari per milioni di euro prima di essere chiuso dalla passata giunta regionale. E che dire dell'ospedale di Frascati? Il pronto soccorso è bell'e pronto, ma nel decreto 80 la Polverini ha preferito chiuderlo per aprirne uno ancora da costruire a Marino. Motivazione? «Qui a Frascati si è fatta campagna elettorale», obietto la governatrice. Nel frattempo il lavoro di Bondi prosegue. Il commissario non inconterà oggi il sindaco Alemanno e il senatore Pdl Gramazio (che ieri ha chiesto al presidente della commissione Sanità del Senato Tomassini di convocare il commissario, già chiamato invano un mese). Il vertice è stato aggiornato a martedì alle 18 in Campidoglio. Lunedì invece Bondi inconterà di nuovo tutti i direttori generali, per poi varare il piano. Eastman e Forlanini verso la chiusura; Cto e Oftalmico perderanno i posti letto per diventare centri di poliambulatorio.

Dai blog