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Imu e compensazione fiscale

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Scontro senza fine con il governo Ridotti i benefici alle imprese creditrici di Regione e Campidoglio

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Adannunciarlo è stato il sindaco Alemanno. L'annullamento della manifestazione nazionale contro la decisione del governo di introdurre la nuova imposta municipale, prevista per il 24 maggio, a causa del terremoto in Emilia ha soltanto rinviato il confronto su un tema cruciale, quale quello delle tasse, dei pareggi di bilancio e dei tasferimenti minori o mancati agli enti locali. «Se l'incontro sarà infruttuoso daremo corso alla manifestazione nazionale dei comuni - ha detto Alemanno - intanto dobbiamo registrare il passo indietro del governo sulla compensazione tra tasse e crediti che è stata ridimensionata e circoscritta solo ai crediti già iscritti a ruolo, una porzione minimale del totale. Una cosa questa che ritengo del tutto insoddisfacente». Ricordiamo che i debiti di Regione Lazio e Campidoglio nei confronti di imprese e fornitori ammontano a circa dieci miliardi di euro. Una cifra enorme che verrebbe, tra l'altro, compensata solo in parte dalla compensazione fiscale. Una battaglia decisiva questa per far respirare un po' l'economia capitolina, così come quella dell'imposta sulla casa che costringe i sindaci a mettere «la faccia» su una vera e propria patrimoniale dalla quale non otterranno neanche grandi ricavi. Non a caso, Alemanno ha inviato una lettera ai romani, che dovranno versare la prima tranche entro il 16 giugno, in cui precisa: «Questa tassa non porterà risorse aggiuntive nel bilancio del Tuo comune, anzi i comuni avranno nel loro bilancio meno risorse rispetto al passato in quanto oltre il 40% del gettito Imu finisce nelle casse dello Stato - continua la lettera - nonostante il prelievo immobiliare complessivo per il 2012 è più del doppio rispetto a quello 2011 (aumenta del 133%), i Comuni avranno dunque a disposizione minori risorse per un ammontare del 27,2% della vecchia Ici». Una situazione paradossale quella creata dall'Imu che rischia di spingere nel baratro le amministrazioni cittadine. E ad alzare la tensione politica. Solo un paio di giorni fa venti striscioni contro il premier Mario Monti e l'Imu, sono stati affissi dai militanti della Destra in varie zone di Roma. Oltre a rappresentare una vera mannaia per tutti i contribuenti, l'Imu rischia di mettere a serio rischio la mossione sociale (e fondamentale) svolta dall'edilizia residenziale pubblica. Come più volte denunciato negli ultimi tempi da questo giornale, la tassa sugli immobili viene fatta pagare anche dalle Ater, le aziende territoriali regionali per l'edilizia residenziale pubblica che per i Comuni hanno un patrimonio immobiliare pari alla seconda casa. Una follia, se si considera che solo l'Ater Roma dovrebbe versare circa 30 milioni di euro. Soldi che non ci sono e che, anche se ci fossero, sarebbe davvero uno sberleffo destinarlo a contributi di fatto statali e non comunali, piuttosto che investirli su manutenzione, riqualificazione e realizzazione di nuovi alloggi. La partita comunque non è ancora finita e chissà che i sindaci non riescano a segnare un bel rigore magari al 90°.

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