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La maggioranza blinda la vendita delle quote Acea

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È l'ultima chanche per evitare il commissariamento

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Peril Pdl si tratta della chiave di volta, ovvero di quelle modifiche che consentirebbero l'approvazione finale del documento, e dunque a seguire del bilancio, evitando così di trasformare le voci insistenti sul commissariamento della Capitale a luglio. Tre pagine in cui si tolgono alla giunta importanti poteri e si mettono paletti di metodo e merito nella cessione delle quote. Nel particolare, «alla data dell'avvio delle operazioni della partecipazione detengano quote superiori al 2% del capitale sociale di Acea spa non possono partecipare all'acquisto, totale e/o parziale, del pacchetto azionario dismesso, né direttamente né indirettamente tramite società controllate e/o collegate». Un punto focale questo per scongiurare che il 30% delle quote che comunque il Campidoglio terrà non venga superato da altri soggetti ovvero da un soggetto unico che avrebbe in tal modo la maggioranza. Da garantire poi l'adeguato controllo di Roma Capitale sull'azienda che fornisce acqua, luce e gas alla città. Ma se questo era già noto, le novità introdotte sono: per la dismissione l'Amminsitrazione capitolina dovrà avvalersi di advisor specializzati; eventuali modifiche statutarie, ovvero la stipula di patti parasociali (argomento assai caro all'opposizione) dovranno essere preventivamente autorizzate dall'Assemblea capitolina. Infine, verrà costituito un «Comitato di Garanzia», composto da tre componenti che saranno nominati dall'Assemblea capitolina all'avvio della procedura di dismissione, assicurando la partecipazione della minoranza. Un punto questo già definito dai consiglieri della Lista civica Rutelli, Quadrana e del Pd, Stampete, «irricevibile». Muro issato anche dal capogruppo Pd, Umberto Marroni che definisce il maximendamento «un inaccettabile escamotage». Ancora, la maggioranza ha apportato importanti modifiche anche per quanto riguarda la holding, il piano industriale del nuovo organo, il bilancio di previsione, il piano di assunzioni e collaborazioni, le linee di sviluppo, dovranno essere sottoposte ad approvazione preventiva dell'Assemblea capitolina. Basterà questo a far passare una delle delibere più complesse degli ultimi dieci anni? All'opposizione sembrerebbe di no. La risposta è tutta, e solo, della maggioranza, ovvero del Pdl.

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