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I tre figli fanno troppo rumore Uccide il vicino fisico dell'Enea

carabinieri

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Lui scienziato dell'Enea, l'altro vicino di casa e presunto assassino. Ieri mattina gli ha piantato una pallottola in petto facendolo crollare a terra sul pianerottolo al terzo piano di una palazzina in via di Villa Taverna, a Monte Porzio Catone, nell'hinterland romano. Motivo? Mario Nardi, 66 anni, ex commerciante ambulante di generi alimentari, non avrebbe più sopportato il rumore che avrebbero fatto i tre figli di Marcello Quattromini, 49 anni, padre di ragazzini di 16, 14 e 12 anni. Così ieri mattina, intorno alle 6,30, la tragedia. Nardi ha premuto il grilletto della sua semiautomatica calibro 7,65 e poi si è chiuso in casa. I carabinieri del capitano Giuseppe Iacoviello, della Compagnia di Frascati, si sono precipitati. Hanno evacuato l'edificio. Hanno dovuto far passare i tre giovani con la mamma psicologa, anche lei all'Enea, davanti al corpo della vittima. Poi hanno insistito per circa un quarto d'ora. Hanno bussato, lui non ha risposto. Poi hanno avvertito: «Apri la porta, altrimenti dobbiamo buttarla giù noi». Alla fine l'anziano ha ceduto. Ha aperto facendo trovare la pistola sul tavolo della cucina. Altri due fucili calibro 12 erano custoditi nell'appartamento. Nardi abita lì da diverso tempo, ospite di alcuni suoi parenti proprietari dell'immobile che però ieri mattina erano assenti. È stato arrestato per omicidio volontario aggravato da futili motivi e per porto abusivo d'arma. Pistola e fucili erano regolarmente denunciati. Ma ieri mattina lui avrebbe anche commesso l'errore di portare con sé, sul pianerottolo, la calibro 7,65. Un dettaglio da verificare e che potrebbe sollevare il presunto reato di omicidio preterintenzionale. Un'ipotesi che valuterà il Gip di Velletri, città dov'è il carcere in cui ieri sera Nardi è stato trasferito. Dopo l'arresto, l'ex commrciante ambulante non avrebbe mostrato segni di pentimento. Con quel colpo ha chiuso una lite che durava da un pezzo. Era esperato dai tre ragazzi, dai rumori che avrebbero fatto. Con il fisico e ricercatore c'erano già stati degli incontri, tentativi di chiarimento. Ma evidentemente sono stati inutili. Quattromini forse non voleva prendere troppo sul serio le proteste di quel vicino intollerante e anche vendicativo. Infatti, pare che il sospetto omicida ricambiasse il rumore con la radio accessa nel cuore della notte, a tutto volume. Quattromini era un uomo di scienza. Da fisico nucleare era stato sei anni al Cern di Ginevra, dal 1986 al '92. Poi era passato all'Enea di Frascati. Era anche sensibile ai temi sociali, internazionali. Aveva partecipato a referendum promossi dai radicali, a una raccolta firme contro l'ex capo del regime serbo Slobodan Milosevic. Era stato relatore in un convegno al centro congressi Cavour, a Roma, su «Valorizzare il capitale umano degli enti pubblici di ricerca». Cercava di scoprire la materia dell'universo. Invece, in un attimo, è sprofondato in un inferno, stroncato dalla rabbia omicida del suo vicino. Si direbbe cose dell'altro mondo.

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