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I medici occupano il San Camillo

L'ospedale San Camillo

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Prima infermieri e ausiliari, ora anche i medici. Il San Camillo è in stato d'agitazione totale con l'occupazione virtuale dell'ospedale decisa ieri dai camici bianchi in assemblea. L'Intersindacale del personale medico del nosocomio sulla Gianicolense ha fatto la radiografia di una situazione al collasso: «I gravi problemi da tempo segnalati non sono stati risolti - spiegano i sindacati - il Pronto Soccorso è ancora in emergenza, nei reparti sono ricomparsi posti letto in corridoio e si assiste al blocco dei ricoveri programmati, anche per patologie rilevanti. L'intervento dei medici di medicina generale, richiesto dalla Regione per l'assistenza ai codici bianchi verdi, è ininfluente sull'affollamento del Pronto Soccorso determinato dall'impossibilità di ricoverare tempestivamente i pazienti più critici in codice giallo e rosso. Queste criticità sono state finalmente riconosciute dal direttore generale Aldo Morrone che si è dichiarato d'accordo sulle richieste dei sindacati medici e dell'Assemblea dei dirigenti medici: aumento dei posti letto e assunzione del personale necessario per superare i nodi più rilevanti, nell'attesa di un progetto di riorganizzazione aziendale». Nonostante il riconoscimento da parte di Morrone, i medici hanno deciso di confermare lo stato d'agitazione della categoria sino alla ratifica dell'accordo da parte della Regione «in difesa dei diritti irrinunciabili dei cittadini e degli operatori: accesso alle cure, sicurezza dell'assistenza e dignità della persona». E per dare più forza all'agitazione è partita l'«occupazione virtuale dell'ospedale» con «rigorosa applicazione delle norme sul lavoro del personale con contratti atipici». Infermieri e ausiliari, poi, ci mettono il carico da undici annunciando di voler scendere in strada contro la situazione che diventerà ancor più critica con le ferie estive. Tommaso Cedroni, delegato Rsu, spiega: «Il piano ferie prevede una razionalizzazione dei servizi che porterà alla chiusura di alcuni servizi come gli ambulatori di oculistica e al dimezzamento di posti letto, come nel caso di una delle cliniche di pneumologia. Così si indebolisce un centro dalle grandi eccellenze per declassarlo a ospedale di quartiere. Anno dopo anno il San Camillo continua a "rimpicciolirsi". Basti pensare che nel '95 contava 2.500 posti letto, mentre oggi ne ha poco più di 900. Chi va in pensione non viene rimpiazzato. E a pagare sono sopprattutto gli utenti»

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