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Villa Torlonia è una giungla E gli edifici storici crollano

Degrado e cantieri a villa Torlonia

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Fontane a secco, erba alta e transenne ovunque: ancora non si respira aria di primavera a Villa Torlonia, dove il tempo si è fermato a gennaio, quando le idrovore dei laghetti hanno smesso di funzionare e la neve si è accanita sui monumenti riaprendo vecchie «ferite». I cantieri oscurano la maggior parte delle strutture storiche: il Casino Nobile, l'archivio della Scuola Romana, il teatro, Serra e Torre Moresca, il cui restauro – stando agli annunci – si sarebbe dovuto concludere entro la fine del 2011, restano ancora chiusi al pubblico. Più recente il problema riguardante la mancanza d'acqua all'interno del parco, oltretutto provvisto di pochissimi nasoni: la fontana monumentale del Casino Nobile, così come il lago del Fucino, zone preferite dai visitatori, sono a secco da quasi tre mesi, quando si è rotta la pompa che faceva funzionare l'intero sistema la cui sostituzione sarebbe però legata a doppio filo con l'avanzamento dei lavori sugli altri monumenti. Capitolo a parte quello dell'erba, tagliata e in perfetto stato solo in prossimità dell'ingresso: più ci si addentra, in direzione via Siracusa, più è evidente lo stato di abbandono del prato. In alcune zone ritagliarsi un angolo per stendersi è di fatto un'impresa. Così, forse, si spiega anche la presenza di una poltroncina vista teatro incastonata al centro di una palma, ben mimetizzata proprio a causa della folta vegetazione. Villa Torlonia, sulla Nomentana nel III municipio, è tra i parchi più frequentati dai romani. I monumenti, e ciò che conservano, ne fanno un gioiellino nel cuore di Roma. In perfetto stato di conservazione, però, c'è solo la Casina delle Civette, aperta come spazio museale. Il primo cantiere, dovuto ai lavori nella galleria ipogea, accoglie i visitatori proprio all'ingresso della Nomentana. Proseguendo, ci si imbatte nelle transenne che costeggiano la parte inferiore del Casino dei Principi: l'archivio della Scuola Romana è chiuso, si legge sul portone, «a causa della caduta di elementi di muratura dal balcone sovrastante». Andiamo oltre. Il terzo segnale di «pericolo» lo si incontra al Casino Nobile, noto non solo per i nomi che contribuirono al suo aspetto, uno su tutti Valadier, ma anche perché Mussolini lo scelse come residenza: gli sforzi dell'ultimo restyling, concluso nel 2006 e costato svariate centinaia di migliaia di euro, sono stati spazzati via dall'ultima nevicata di febbraio. Oggi lo scenario è desolante: la parte superiore della struttura, che ospita il Museo della Scuola romana, si è sgretolata in prossimità di cornicioni e colonne portanti, ciò che ha reso necessario transennare l'intero perimetro in attesa di ricominciare i lavori. Fattori meteorologici che invece nulla hanno a che fare con gli altri monumenti del parco. Gli interventi di restauro sul teatro e su Serra e Torre Moresca continuano da anni e, solo sulla carta, dovrebbero già essere stati conclusi da tempo. È probabilmente anche la mancanza di una cartellonistica in prossimità dei cantieri, che informi i visitatori sulle ditte incaricate così come sullo stato di avanzamento dei lavori, a suscitare perplessità: «Qui di operai al lavoro non ne ho mai visti», riflette il signor Carlo, a passeggio nel parco col cane. La realtà è che, per motivi economici, questi restauri hanno subito diversi stop, facendo slittare il cronoprogramma iniziale. Trascurato e neppure oggetto di interventi è invece il Tempio di Saturno, sepolto dalle erbacce e utilizzato come deposito di un trattore. Pur non tralasciando lo sfondo, i romani per questa primavera si «accontenterebbero» comunque di poter usufruire del loro parco. Chiedono erba tagliata e acqua: «Una volta c'erano anche alcune anatre, era carino – spiega Maria, assidua frequentatrice di Villa Torlonia, riferendosi al laghetto – abbiamo segnalato i guasti al comune più volte ma non abbiamo ancora capito chi deve intervenire». La gestione delle aree monumentali, quindi anche delle fontane, è in capo alla Sovrintendenza di Roma Capitale, ma la manutenzione spetta al Dipartimento XII (Lavori pubblici). Il problema, apparentemente banale, è dovuto alla rottura di una pompa, da febbraio mai sostituita. Quanto all'erba, fatta eccezione per l'ingresso, dove peraltro non sarebbe consentito sedersi o stendersi, ci sono punti in cui è impossibile anche utilizzare le panchine tanto è alta. Insomma a Villa Torlonia anche il verde rischia di diventare storico.

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