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La rivolta dei centurioni: dal Colosseo non sloggiamo

La protesta dei centurioni al Colosseo

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I centurioni fuori dal Colosseo e i camion-bar (con le bottigliette della minerale a 4 euro l'una) no? «Manco per niente». È il nuovo grido di battaglia dell'esercito cialtrone dei gladiatori dopo «l'Occupy Colosseo» di qualche giorno fa. «Sono sedici anni che stiamo qua a lavorà» dice il loro portavoce David Sonnino. Come dire che per una sorta di usucapione possono di diritto installarsi in modo permanente all'ombra del monumento illustre. «Al massimo potremmo accettare di metterci a 15-20 metri dall'ingresso, ma via dalla piazza nun se ne parla». Questo il diktat delle «figure storiche» ufficialmente in agitazione che ieri sfidavano le pattuglie a guardia dell'Anfiteatro Flavio camuffati da mantelle mimetiche sotto le quali spuntava la corazza da antico soldato romano. Serpeggia il timore che da quando sono scesi a patti con le istituzioni annunciando che non vogliono essere più «liberi professionisti» ma «lavoratori regolamentati» con tanto di «patentino» per una sorta di «do ut des» debbano lasciare la location acchiappacitrulli e spostarsi altrove. È la Soprintendenza statale a volerli sfrattare. Loro si appellano alla coerenza storica: «Non ci possono mandare sulla Tuscolana - dice Sonnino - dobbiamo essere presenti nelle aree che hanno affinità con il personaggio del centurione». Se sciamassero in qualche outlet periferico non potrebbero più allestire pacchiani teatrini con triclinio e uva plastificata dove fanno adagiare matrone e trimalcioni dagli occhi a mandorla a cui scattare foto a pagamento. Dal Campidoglio, intanto, si attende che la Sovrintendenza fornisca un elenco di zone nelle quali i centurioni possano svolgere il loro «lavoro» e dalle quali non potranno strabordare. Quando saranno «regolarizzati» dovranno poi acconciarsi in maniera più filologica e dunque, ad esempio, calzari sopra l'auriga e non camperos da buttero maremmano. Con quei patentini numerati, che potranno essere ritirati alla prima magagna, saranno tutti più controllati. È emerso ieri all'incontro in Campidoglio. «Ci hanno chiesto, presentando le proprie istanze, di essere regolamentati - ha detto Giorgio Ciardi, delegato alla Sicurezza diAlemanno - e noi abbiamo ribadito la necessità e la priorità di garantire il decoro e la sicurezza dei monumento». Oggi è previsto un altro tavolo di confronti «con la Sovrintendenza statale - ha detto Ciardi - e al termine, verso le 12, ci vedremo nuovamente con i gladiatori». Se nella mappa delle zone concesse all'esercizio della nuova professione non ci sarà il Colosseo, i guerrieri de 'noantri sono pronti a dare battaglia. Spalleggiati dal sovrintendente ai Beni Culturali Umberto Broccoli («i centurioni non si possono demonizzare perché fanno parte del folklore» ipse dixit aggiungendo che «piazza del Colosseo non è stata mai libera dai tempi di Tito») questi invadenti, petulanti, per certi versi prepotenti procacciatori di foto sono poco tollerati dalle loro «prede» (nei blog dei turisti reduci dalla Capitale vengono ricordati come un incubo) e osteggiati dai romani in generale che non amano le patacche e chi vive a sbafo. Sono kitsch e senza tradizione, non divulgano la romanità. Pure muniti di patentino, cui prodest?

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