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Venti euro per un'orgia gay. Blitz nel cinema porno

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Poi,proponevano prestazioni sessuali di ogni tipo. Orge incluse. Sono le 16.30 quando dietro viale Marconi il comandante Maurizio Maggi ordina agli uomini del Gruppo sociale sicurezza urbana della polizia di Roma Capitale: «Fate irruzione nel cinema Moulin Rouge». Un blitz a sorpresa dopo tre settimane di indagini. Tanto a sorpresa che quando l'agente entra si fa avanti un ragazzo straniero e offre, calandosi i jeans, una prestazione sessuale. È il primo di tanti a essere fermato. I vigili arrivano in sala. Decisi. Dopo ore di appostamenti conoscono il luogo. Il film porno proiettato si blocca. Luci. In platea ci sono una trentina di persone. Del resto il Moulin Rouge è tra i più segnalati sui web per gay. Ci sono giovani e meno giovani. Single e padri di famiglia. Quattro di questi stanno facendo sesso e vengono denunciati per atti osceni in luogo pubblico. Altri quattro che offrono sesso in cambio di soldi sono in stato di fermo. In sala ci sono solo uomini: in questo cinema la prostituzione è solo maschile. I clienti vanno nel panico. «Così mi rovinate», gridano alcuni. Altri due si giustificano: «Stiamo facendo solo cose private». Il locale è aperto al pubblico, è la risposta degli agenti. Tutto questo non è permesso: il cinema viene immediatamente chiuso e posto sotto sequestro. Il proprietario è denunciato per sfruttamento della prostituzione. Tra i suoi aiutanti nella gestione del locale, infatti, c'è anche uno dei ragazzi stranieri che si prostituisce in sala per soli trenta euro. «È un successo per la legalità e il decoro della città - spiega il comandante Maggi -. Abbiamo smantellata un'organizzazione che invitava a entrare non solo i clienti abituali ma anche la gente di passaggio, che finiva per essere rapinata». «Questa operazione - dice il delegato del sindaco Giorgio Ciardi - è stata ribattezzata "operazione Caligola" ed è partita da una segnalazione di un collaboratore di Alemanno, Fabio Ulissi, che ha raccolto anche le istanze dei cittadini di zona». Fabio Perugia

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