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Vanno definitivamente in soffitta le aree entrate nel toto-discarica per il dopo-Malagrotta.

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Unadiscarica che, con ogni probabilità, nascerà come temporanea per poi divenire definitiva. È questo l'orientamento dei tecnici del ministero dell'Ambiente. L'idea è che in futuro dovrà essere sempre meno la quantità di rifiuti che finisce sotto terra. Il 20% del totale entro il 2014. A quel punto, la discarica che sostituirà Malagrotta, potrà continuare ad accogliere l'immondizia anche negli anni avvenire. «Se il sistema funziona - ha detto il ministro Clini - potrebbe essere anche la discarica di servizio residuale per le attività a pieno regime». La parola «residuale» non è scelta a caso, dal momento che l'opzione discarica sarà l'ultimo anello della catena e la meno utilizzata. Prima verranno la raccolta differenziata, gli impianti di trattamento meccanico biologico, le strutture di compostaggio e le linee di termovalorizzazione. Sul tavolo c'è anche l'ipotesi di utilizzare i poligoni del ministero della Difesa, ma resta un'alternativa lontana. Ma andiamo a vedere le motivazioni che hanno portato i tecnici del ministero a bocciare i sette siti che la Regione aveva individuato. Lo stop era già nell'aria, bastava mettere in fila i pareri negativi espressi dall'Autorità di Bacino del Tevere e dai Beni culturali. Il Ministero innanzitutto pone l'attenzione sui siti che hanno «evidenti problemi di natura idrogeologica». Si tratta di Corcolle (VIII Municipio), Quadro Alto e Pian dell'Olmo (Riano). I primi due sono proprio quelli su cui era caduta la scelta del prefetto Pecoraro, il quale aveva già avviato i sondaggi preliminari alla costruzione degli invasi. La realizzazione, si legge nel rapporto, «appare non compatibile, fatta salva la preventiva ed effettiva dimostrazione di realizzabilità, stabilità e convenienza anche economica di barriere impermeabili ingegnerizzate idonee nel superare nel lungo termine qualsiasi ipotesi di eventi tali da pregiudicare la qualità dell'ambiente nelle aree limitrofe, con danno alla salute dell'uomo». Per quanto riguarda Corcolle, inoltre, i problemi sono anche di altra natura: «Una soluzione inopportuna vista anche la prossimità con il sito archeologici di Villa Adriana». Una vittoria per i centinaia di residenti che in questi mesi si sono aggrappati con tutte le forze all'antica dimora dell'imperatore come deterrente alla costruzione della discarica. I tecnici del ministero non hanno risparmiato nemmeno le altre aree. «Il sito di Monti dell'Ortaccio presenta delle caratteristiche geologiche favorevoli e capacità di abbancamento di rifiuti adeguata stante anche la presenza ed esercizio di due impianti di Tmb e gassificazione, a fronte di fattori di inopportunità connessi al grado di sovraccarico ambientale già insistente sull'area». La scelta, in questo caso, è di buon senso: costruire una discarica in questa zona, proprio accanto a dove oggi sorge Malagrotta, sarebbe stato davvero troppo. C'è poi il sito di Fiumicino, quello di Pizzo del Prete, che nel piano della Regione avrebbe dovuto ospitare la discarica definitiva tra tre anni. Avrebbe dovuto ispirarsi alla discarica di Peccioli, in provincia di Pisa, dove la stessa governatrice Polverini si è recata in visita per studiarne le caratteristiche. In questo caso, il ministero ritiene che presenti «caratteristiche compatibili salvo la tempistica di realizzazione degli scavi e le opere viarie che si renderebbero necessarie». Lapidaria, infine, la considerazione sulle altre due aree, quella di Osteriaccia e quella di Castel Romano: «Presentano manifeste criticità e l'esistenza di fattori escludenti». La palla passa nelle mani del prefetto Pecoraro che, in veste di commissario per l'emergenza rifiuti, dovrà scovare l'ottavo sito. Quello idoneo. «La Provincia ha detto che se ce ne sono di disponibili me li farà conoscere - spiega Pecoraro - tutto questo deve avvenire in tempi molto brevi perchè se entro giugno non c'è un progetto il commissario, o chi per lui, non è in grado di fare un'ulteriore proroga di Malagrotta. Come avevo detto i sette siti proposti dalla Regione erano e sono problematici. Spero ci siano altri siti disponibili». Intanto Malagrotta resta al suo posto, di proroga in proroga. D.M.

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