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Vertice per scongiurare l'emergenza Alta tensione sulla nuova discarica

Malagrotta

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Oggi è il giorno della verità sul post-Malagrotta. Il ministro all'Ambiente Corrado Clini ha convocato un vertice con la governatrice Polverini, il sindaco Alemanno, il presidente della Provincia Zingaretti e il prefetto Pecoraro per decidere dove costruire gli invasi provvisori che vadano a raccogliere i rifiuti della Capitale. La tensione è già alle stelle: ieri circa 150 manifestanti in via di Malagrotta hanno bloccato la strada per un paio d'ore. Un altro manipolo di ribelli anti-discarica, ribattezzato il «popolo della nebbia» ha montato una tenda davanti alla sede del Ministero in via Cristoforo Colombo. Il loro obiettivo è scongiurare l'ipotesi alternativa di Monti dell'Ortaccio. A dar loro manforte, ieri, è arrivato anche il presidente capitolino della commissione Sicurezza, Fabrizio Santori: «La zona di Valle Galeria non può sopportare un'altra discarica dopo aver vissuto l'esperienza di Malagrotta». Anche il sindaco Alemanno sta dalla parte dei manifestanti: «È giusto e comprensibile che i cittadini di quella zona siano stanchi di avere sul loro territorio la discarica più grande d'Europa e che non vogliano una nuova discarica lì vicino. Comprendo questa protesta e la condivido. Ma domani, nel corso dell'incontro col ministro Clini, dovremo fare il punto della situazione per dare una risposta chiara al problema rifiuti e stabilire un'alternativa definitiva a Malagrotta». I problemi da superare, però, non sono pochi. Il ministro Clini, infatti, ha assunto la stessa posizione del collega ai Beni culturali Ornaghi che aveva bocciato la costruzione del nuovo sito a Corcolle perché troppo vicino a Villa Adriana. Se però non si sceglie in fretta, il rischio è di ritrovarsi con un'emergenza come è accaduto in passato a Napoli. Malagrotta, infatti, è satura di rifiuti, e già si profila un'altra proroga da giugno a dicembre. L'individuazione dei siti alternativi sembra una sorta di rompicapo. Se dovesse essere scartata anche l'ipotesi di Riano, e i due siti scelti da Pecoraro fossero messi definitivamente da parte, rientrebbero in gioco le altre cinque aree individuate in precedenza dalla Regione. Si tratta di Osteriaccia, Castel Romano, Pizzo del Prete, Monti dell'Ortaccio e Pian Dell'Olmo. Per quanto riguarda Monti dell'Ortaccio, di proprietà del patron di Malagrotta Manlio Cerroni, accanto alla vecchia maxidiscarica, per la Ue l'area sarebbe classificata come contaminata. L'altra cava in ballo, Pian dell'Olmo, è molto piccola (200 mila metri cubi; a Riano-Quadro Alto, sono 2,8 milioni) ed è vicinissima a Riano. La governatrice Polverini, nonostante le difficoltà, è fiduciosa: «Andremo dal ministro Clini sperando di trovare una soluzione che eviti a Roma di finire nell'emergenza. Ci auguriamo che il gruppo di lavoro tecnico abbia prodotto dei risultati che ancora non conosciamo. Se sono ottimista? Lo sono per natura». Alemanno, invece, sottolinea come il tempo stia per scadere: «Dovremo fare un punto della situazione per dare una risposta chiara sull'alternativa per chiudere Malagrotta».

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