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Vigilopoli: i carabinieri indagano sul supergeometra

Vigili, un agente della Polizia di Roma capitale

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Le indagini dei carabinieri di via in Selci si stringono intorno alla figura del supergeometra Paolo Gagliardi. Il nome dell'uomo dalle mille soluzioni, il personaggio a cui la maggior parte degli esercenti del centro storico si rivolgerebbe quando ha un problema, sarebbe stato il fulcro dei faccia a faccia tra alcuni imprenditori della movida e gli investigatori. Gli uomini dell'Arma hanno ascoltato per ore Daniele e Giuseppina, due giovani «localari» che avevano già raccontato a Il Tempo l'assurda storia di un locale confiscato alla mala, affidato a loro con la «benedizione» dai giudici e che sarebbe poi fallito per colpa della «maledizione» dei vigili urbani. Una storia in cui il supergeometra potrebbe aver giocato un ruolo determinante e che si inserisce prepotentemente nell'inchiesta «vigilopoli». Negli uffici di via In Selci è stato chiamato anche un altro protagonista delle notti romane, un imprenditore trasteverino che avrebbe avuto in passato stretti rapporti di lavoro con Paolo Gagliardi, terminati bruscamente dopo una serie di liti causate da divergenze sul pagamento dei servizi resi dal tecnico. E ancora un terzo professionista, A.L., la cui storia non sarebbe però legata al personaggio Gagliardi, bensì ad alcuni dei vigili urbani indagati dalla Procura per concussione nell'ambito dell'inchiesta nata sulla scia delle denunce dei fratelli Silvio e Paolo Bernabei. La storia di A.L. racconta di una presunta mazzetta di 12mila euro pagata a un funzionario della Municipale che all'epoca dei fatti era custode giudiziario di un appartamento di via Natale del Grande, a Trastevere. Il pagamento, fatto davanti all'allora Casa del Tramezzino, sarebbe servito per togliere i sigilli e terminare i lavori di ristrutturazione dell'abitazione. Anche in questo caso le domande degli investigatori si sarebbero concentrate sullo stretto rapporto tra due funzionari della Municipale, tra cui l'indagato Duilio Valente, e il geometra Francesco Belmonte, anche lui indagato dal pm Laura Condemi. In via In Selci, insomma, ieri sarebbe andata in scena la giornata dei tecnici. Ma cosa hanno in comune il geometra Belmonte e il supergeometra Gagliardi? Probabilmente solo un'ottima conoscenza dei corridoi degli uffici e delle pratiche con cui devono vedersela ogni giorno imprenditori e cittadini. Il primo, maestro nel redigere Dichiarazioni d'Inizio Attività e certificati di fine lavori. Il suo nome, va ricordato, compare anche nella vicenda raccontata per la prima volta agli agenti di polizia giudiziaria del Primo gruppo della Municipale da Paolo Bernabei. L'imprenditore ha denunciato le pressioni che avrebbe subito a giugno, da parte di alcuni vigili urbani, un anno dopo la fine dei lavori di ristrutturazione di un ex magazzino al civico 37 di via della Luce, nel cuore di Trastevere. L'altro, Gagliardi, dal racconto fatto ai cronisti de Il Tempo da decine di commercianti ed esercenti del centro storico, sarebbe l'uomo dalle mille risorse. Un punto fermo a cui rivolgersi per poter aprire un'attività commerciale, per sanare eventuali abusi, per mettersi in regola. L'uomo in grado di volturare i permessi in 20 giorni contro i 3 mesi degli uffici capitolini. Uno svelto, pratico, ma troppo caro. Come sanno bene Daniele e Giuseppina, che chiesero la sua consulenza quando si presentò l'occasione d'oro di rilanciare l'Etò di via Galvani, a Testaccio, la discoteca della mala. Per le 5 volture richieste dagli uffici municipali, passaggio inutile secondo il Tribunale, Gagliardi chiese loro 25 mila euro. Troppi, come i blitz dei vigili urbani che poi hanno portato in pochi mesi i ragazzi a chiudere il locale perdendo 150mila euro.

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