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Sos impresa rilancia «Il racket c'è eccome»

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Sispingono oltre relegando la denuncia della famiglia Bernabei a «singolo episodio, da parte di alcune mele marce che appartengono al corpo della municipale», non volendo in nessun modo accettare l'idea che possa trattarsi di un vero e proprio sistema. Eppure allo sportello Sos Impresa legato alla Confesercenti la pensano in un altro modo: «Il racket c'è eccome, lo dimostra il lavoro dello sportello Sos Impresa: a Roma 5.000 commercianti sono sotto estorsione», dice Bianca La Rocca, portavoce di Sos Impresa. Anche ieri, mentre il presidente della Confcommercio Giuseppe Roscioli e della Confesercenti Valter Giammaria, continuavano dire di non essere a conoscenza di episodi di illegalità ai danni dei loro associati, La Rocca tornava a ripetere che questi episodi esistono, che le estorsioni si configurano in vari modi, non solo con la richiesta di pagamento del pizzo ma anche con l'imposizione della merce e dei dipendenti. Dichiarazioni che non sono state commentate né dal Campidoglio né dalle altre associazioni. Addirittura La Rocca ha chiesto alla Confesercenti di potenziare lo sportello e di avvalersi della consulenza di commercialisti, avvocati e psicologi. Poi ha raccontato un episodio di due mesi fa circa nel IX Municipio di Roma, Appio-Tuscolano. «Una parrucchiera è stata avvicinata da due vigili che hanno cercato di imporle una ditta che si occupa dei lavori di scarico del suo negozio. La parrucchiera però aveva già ottenuto il nulla osta dalla Asl e ha detto che non intendeva rivolgersi a questa ditta. Un episodio che testimonia come i metodi di pressione sono molti, l'allarme c'è». Ma né Confcommercio né Confesercenti, condividono. Ieri sia Roscioli che Giammaria hanno chiesto ai commercianti di «denunciare eventuali episodi di taglieggiamento». Roscioli ha poi aggiunto, «di aver avviato un'indagine interna tra i vari dirigenti dei settori dell'associazione di categoria, per capire se qualche associato è stato in qualche modo vittima di estorsione, ma di non conoscere ancora l'esito di questa indagine». E le altre associazioni? Guido Campopiano, di Navona 2003, parla di «episodi possibili che però gli imprenditori fanno fatica a denunciare mettendoci la faccia». Lorenzo Tagliavanti, Direttore della Cna di Roma, non nega che il problema possa esistere: «Chiediamo di rivedere le norme regolamentari, di rendere più trasparenti le procedure amministrative». Dam.Ver.

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