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Gli otto anni di denunce dei Bernabei

Viale Trastevere, l'enoteca Bernabei (Foto Gmt)

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Bisogna fare un salto nel passato per capire da quanto tempo la famiglia Bernabei denuncia i vigili urbani romani. Addirittura a otto anni fa, quando nel 2004 gli imprenditori trasteverini hanno cominciato a subire, secondo le loro denunce, vessazioni da parte di alcuni agenti della Polizia Municipale. È lunga infatti la lista di denunce contro le divise del primo Gruppo e sono molti gli episodi che i fratelli Silvio e Paolo Bernabei hanno elencato nelle querele presentate alla magistratura. Uno tra questi risale proprio al 2004, quando i denuncianti avevano un magazzino in via Anicia, sempre a Trastevere, a due passi da via della Luce. In quel periodo, in base agli esposti presentati dalla storica famiglia romana, sono stati numerosi i controlli subiti da parte delle forze dell'ordine. Uno tra questi fa riferimento al sequestro di un carrello elevatore che veniva utilizzato per il sollevamento e la movimentazione di merci all'interno del deposito. Quale il motivo per «bloccare» il muletto? Perché per i vigili urbani non era immatricolato per la circolazione stradale. Ma il mezzo, spiegarono i Bernabei, veniva usato soltanto per effettuare spostamenti nell'area privata del magazzino. Così, attraverso il loro difensore dell'epoca, hanno presentato un'istanza di dissequestro, che fu accolta, permettendo così agli imprenditori di poter ricominciare a lavorare. Ma dopo un po' ecco scattare una seconda volta il sequestro del carrello elevatore, quindi un'altra richiesta di dissequestro, anche stavolta accolta, e alla fine la decisione da parte dei Bernabei di abbandonare definitivamente quel magazzino e di trasferirsi. Ma non finisce qui la lunga querelle giudiziaria sfociata poi con l'indagine della procura di Roma sulle presunte mazzette ai vigili urbani indagati per concussione. Le continue vessazioni denunciate dagli imprenditori hanno portato a presentare anche richieste di risarcimento danni: i Bernabei sostengono di aver ricevuto, tra l'altro, danni all'immagine. Procedimento che è ancora pendente presso il Tribunale civile di Roma e che chiama in causa il Campidoglio. L'avvocato della famiglia più volte ha impugnato i verbali dei vigili urbani. Insomma, da anni la famiglia Bernabei punta il dito contro comportamenti che ha sempre definito vessatori nei suoi confronti e che alla fine, grazie anche alla denuncia dello scorso anno, ha portato la procura di Roma ad aprire un fascicolo d'inchiesta che ha fatto finire nei guai anche un tecnico con l'accusa di falso. Non solo. Indagando, la magistratura si è trovata a dover accertare anche altre presunte irregolarità emerse sul territorio del Municipio Centro storico, come quello sul racket delle licenze commerciali denunciato dal presidente della prima circoscrizione Orlando Corsetti. C'è comunque in ballo anche un altro filone nell'indagine condotta dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dai pubblici ministeri Laura Condemi e Ilaria Calò. Cioè quello sul furto con scasso avvenuto dieci giorni fa nel circolo sportivo del Corpo della Polizia Roma Capitale su Lungotevere Dante. Qui i ladri si sono portati via quattro hard disk e due computer portatili, nei quali ci sarebbe tutta la contabilità, comprese le sponsorizzazioni commerciali da parte di privati. Per riuscire a capire il reale contenuto di questo materiale informatico, la procura ha intenzione di chiedere una copia al comandante Angelo Giuliani quando sarà sentito come persona informata sui fatti. E non ultimo, i pm vogliono verificare se le migliaia di multe elevate ai Bernabei in 15 anni siano state o meno legate a presunte pressioni sulla famiglia. Intanto oggi i magistrati prepareranno il calendario degli interrogatori: saranno ascoltati gli imprenditori e non è escluso che siano convocati anche i sei indagati.

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