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Il legale dilapidò il patrimonio dell'esorcista

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Perquesto il giudice monocratico ha condannato a 4 anni e mezzo di reclusione l'avvocato Giorgio Bosio (interdetto anche per cinque anni dai pubblici uffici) mentre la moglie, Monica Dall'Olio a un anno e 10 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 700 euro. Erano accusati di aver approfittato delle condizioni di salute del monsignore per sottrargli circa due milioni di euro e un appartamento nel cuore della Capitale. Assolti, con la formula «perché‚ il fatto non costituisce reato», altre tre persone: il notaio Aldo Garofalo e due avvocati, Antonella Anania e Erika Giovanetti. Circonvenzione di persona incapace, falso, calunnia e sostituzione di persona, queste le accuse contestate agli imputati, a seconda delle singole posizioni processuali. L'indagine fu aperta con le denunce dei parenti del prelato. Bosio finì in carcere nel settembre del 2008, poi scarcerato. L'avvocato ha sempre respinto le accuse affermando che monsignor Balducci fosse per lui come un familiare. Secondo la ricostruzione dell'accusa, Bosio, nella sua veste di curatore legale, avrebbe sottratto due milioni euro, e un appartamento in via Pio IV, vicino al Vaticano. L'avvocato finì anche in carcere. Ai due condannati era contestata la circonvenzione di incapace per «procurarsi un ingiusto profitto, abusando dello stato di incapacità di Corrado Balducci, in età avanzata ed in condizioni di deficienza psichica, con deterioramento cognitivo di grado medio grave, con associati segni di parkinsonismo, con più atti esecutivi di un unico disegno criminoso, inducevano Balducci a compiere più atti di disposizione patrimoniale a lui sfavorevoli».

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