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Titolari di palestre con 65 scatole di pillole dopanti

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«EfedrinaLevel», questo il prezioso carico che due romani nascondevano nel loro bagaglio, intercettato però dalla polizia di Frontiera all'aeroporto di Fiumicino. Oltre 1500 compresse chiuse in 65 scatole di sostanza dopante, bottino ideale per la coppia, entrambi italiani di 36 anni, titolari di una palestra di Roma: pasticche che, con tutta probabilità, sarebbero state vendute nel mercato illegale del doping capitolino. I due erano appena atterrati con un volo della compagnia spagnola Vueling, direttamente da Barcellona, quando si sono trovati di fronte agli inevitabili controlli dei varchi al Terminal 2 del Leonardo Da Vinci. È stato l'eccessivo nervosismo a tradirli. Atteggiamenti sospetti che gli uomini della polizia Giudiziaria, coordinati dal dirigente Rosario Testaiuti, riescono ormai a riconoscere a occhi chiusi. Gli agenti hanno così proceduto ad aprire le valigie della coppia, scoprendo subito il motivo di tanta agitazione: nella borsa della donna, spiccavano decine di scatole di farmaci dopanti, che aiutano gli sportivi ad aumentare le prestazioni. Per l'uomo e la donna, F.F. e D.F., entrambi incensurati, sono scattate immediatamente le manette per traffico di sostanze stupefacenti. Non era probabilmente la prima volta che i due importavano illegalmente la droga. «È la prima volta però che nei nostri controlli ci imbattiamo in tale sostanza - ha spiegato il questore Antonio Del Greco, dirigente della Quinta Zona della Polizia di Frontiera - anche se in altre operazioni abbiamo sequestrato simili tipologie di farmaci dopanti. La coppia al momento si è chiusa nel mutismo più assoluto. Nessuna indicazione sui canali di rifornimento, né sul destino delle pasticche. Abbiamo comunque evitato che tali sostanze arrivassero nelle palestre della Capitale».

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