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Sale operatorie chiuse perché poco sicure

Medici in sala operatoria

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L'ultima tegola è piovuta addosso al direttore sanitario dell'azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata, Gerardo Corea, lo scorso 11 gennaio. «Si comunica che la sala operatoria dedicata all'Oftalmologia funzionale alle Divisioni di Oftalmologia I e II e alla Fondazione Bietti non presenta più i requisiti di sicurezza, per mancanza di presidi sufficienti, anche in caso di complicanze operatorie, per proseguire l'attività chirurgica. Dalla data del 12/01/2012 resterà pertando chiusa». Firmato il direttore dell'Uoc Oftalmologia I Carlo Maria Villani. Tradotto: la sala operatoria non è sicura e quindi è stata chiusa. È solo l'ultima di una lunga serie di inefficienze al San Giovanni, come testimoniano le liste d'attesa bibliche. Tanto per fare qualche esempio non è possibile effettuare ecocardiocolordoppler, visita cardiologica, ecografia osteoarticolare, ecografia mammaria e mammografia prima di dicembre 2012. Liste piene fino al 27 novembre per l'ecografia addome completo e l'ecografia alla tiroide. Niente risonanza magnetica prima del 21 luglio; niente ecografia transrettale prima del 5 ottobre. Inutile sottolineare che sono tutti esami fondamentali per la diagnosi precoce di malattie gravi. Disservizi che provocano la dura presa di posizione contro il direttore generale Gian Luigi Bracciale da parte della Uil-Fpl. «Dalle informazioni ricevute dal nostro rappresentante territoriale la situazione al San Giovanni è molto grave e oltre ogni limite - accusa il segretario provinciale responsabile della Uil-Fpl Claudio Tulli - Oltre al problema di Oftalmologia, registriamo l'insoddisfazione, anche contrattuale, dei lavoratori. Tutto il polo ambulatoriale è in sofferenza, per non parlare del Dea e di Ostetricia Ginecologia, con poche ostetriche costrette a massacranti turni doppi o tripli. Un tempo il San Giovanni era un'eccellenza, oggi è un ospedale dimenticato dalla Regione. La direzione non compra il materiale per mandare avanti la sala operatoria, interrompe le relazioni sindacali e le liste d'attesa sono al collasso. La Regione deve capire che la sanità non si rilancia a suon di tagli». Il responsabile territoriale Massimo Mattei aggiunge: «Un'ambulanza è addirittura usata per il trasporto salme senza essere omologata e senza pulizia e disinfestazione. L'azienda rischia il default e il declassamento a semplice presidio Asl. Per non parlare degli schiaffi in faccia al personale: niente mensa nei turni serali, cambi di orario unilaterali imposti agli infermieri, parcheggi solo ai dirigenti». La Regione starebbe riconsiderando la posizione di Bracciale. Tra aprile e novembre, nell'ambito del valzer di poltrone della sanità conseguente alla scadenza di mandato delle direzioni di tre Asl (RmF, RmH e Viterbo) e del San Filippo Neri, la Regione sarebbe intenzionata ad avviare una riorganizzazione generale, mettendo in discussione più di un manager. Tra questi Bracciale, che potrebbe essere sostituito da un dg già testato nel salvataggio e rilancio di ospedali.

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