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Trovato impiccato un killer dei cinesi

Le lettere, fiori e lumi lasciati in via Giovannoli in ricordo delle vittime

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Ha ingerito veleno per topi e si è impiccato a un gancio all'interno di un casolare abbandonato al chilometro 14 della Boccea, periferia nordovest di Roma. Così è stato trovato Mohamed Nasiri, 30 anni, marocchino, uno dei due assassini della piccola Joy, la bimba cinese di nove mesi, e del suo papà, Zhou Zeng, 31 anni, la sera del 4 gennaio a Tor Pignattara, sulla Casilina. È il più giovane dei due ricercati. Il corpo non è stato scoperto ieri ma il giorno prima. A dare l'allarme sono stati alcuni giocatori di «soft air», gioco di guerra con armi ad aria compressa: la Boccea, all'altezza di quel chilometro, è una landa quasi desolata. Nei pressi si trovano poche case e una chiesa, zona assai adatta a simili attività. Addosso al marocchino i militari hanno rinvenuto un telefono cellulare che ora sarà posto al setaccio della sezione Rilievi del Nucleo investigativo di Roma. «Certamente aiuterà a capire di più», si sottolinea. Non è escluso che dall'apparecchio si possa arrivare a rintracciare il secondo maghrebino, forse già fuggito all'estero, comunque sarà possibile risalire ai contatti più recenti. La morte di Nasiri risalirebbe a tre-quattro giorni fa. Il corpo era sospeso, il collo stretto dal nodo della corda fissata a un gancio. I carabinieri hanno prima verificato le impronte digitali con quelle ritrovate sui caschi abbandonati dai rapinatori-killer assieme alle due borse: della donna Zheng Lyan, 26 anni, e dell'uomo, con dentro oltre 15 mila euro sporchi di sangue. Ieri nel tardo pomeriggio c'è stato un vertice in Procura tra Giancarlo Capaldo, il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, il comandante provinciale dei carabinieri, Maurizio Detalmo Mezzavilla, del Reparto operativo (Salvatore Cagnazzo) e del Nucleo investigativo di via In Selci (Lorenzo Sabatino). Secondo gli inquirenti non ci sarebbe alcun dubbio: Nasiri si è ucciso. Comunque è stata disposta l'autopsia. Aveva precedenti per furto e ricettazione e aveva fornito diversi nomi falsi. Il ritrovamento del nordafricano mette quasi la parola fine al duplice omicido che ha sconvolto Roma e non solo. All'appello degli investigatori manca ancora uno dei resposabili, forse già all'estero. Non si sa se il maghrebino sia stato istigato al suicidio o abbia scelto liberamente di farla finita, di togliersi il peso di aver ucciso una bimba di nove mesi assieme al papà che quella sera, in via Giovannoli, la teneva in braccio. La famiglia tornava a casa: lui aveva chiuso il money transfer in via Bordoni e, più tardi, il bar gestito dalla moglie Zheng col fratello e le due sorelle di lei. Poco dopo le 21,30 l'agguato. I due balordi, col volto coperto dai caschi, hanno aggredito la famiglia davanti al portone dal quale si accede all'appartamento al secondo piano dove i cinesi vivono con i genitori della donna e gli altri familiari. Hanno sfilato la borsa coi soldi di Zhou Zeng poi uno dei due ha tranciato col taglierino la tracolla della sacca di Zeng, ferita a torace e braccio destro. I cinesi hanno reagito alla rapina. E forse è in questo momento che è partito il colpo fatale. Dopodiché i due malviventi fuggono, rincorsi per un tratto da Lyan, tornata indietro quando ha visto il marito accasciarsi a terra con la figlia in braccio. L'ha raccolta. Ha fatto avanti e indietro sul marciapiedi fino a quando non è stata soccorsa dai testimoni al fatto. Non si sa se sia stato lui a premere il grilletto della calibro 9 dal quale è partito il colpo, una sola pallottola: è entrata dalla nuca della piccola, le ha trapassato il cranio e si è conficcata nel cuore del padre che la cullava tra le braccia. Comunque sia è uscito di scena. «Nasiri aveva segnalazioni per reati contro il patrimonio - si spiega - Ci sono delle indagini in corso e il suo coinvolgimento è dato da dati oggettivi. La sua morte potrà esser chiarita solo dall'autopsia». I controlli proseguono senza sosta in ogni possibile nascondiglio. Dalla tragica sera dell'agguato le forze dell'ordine hanno setacciano ogni anfratto.

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