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Taxi in rivolta, blocco nella Capitale

Stazione Termini. Sciopero dei taxi

L'Authority: devono essere precettati

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I rappresentanti sindacali dei tassisti romani hanno accolto l'invito del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a mantenere la calma e a riprendere il normale servizio alla stazione Termini e all'aeroporto di Fiumicino. Lasciando il Campidoglio, dopo l'incontro con il primo cittadino, Pietro Marinelli (Ugl-Taxi) pur ribadendo di essere «molto preoccupato per una situazione che può degenerare da un momento all'altro» ha sottolineato che «ci sembra giusto ascoltare il sindaco anche perchè altrimenti incorreremmo in sanzioni molto più gravi. Quindi, i presidi continueranno a farli i tassisti fuori turno mentre chi è in servizio deve tornare a lavorare». Dello stesso avviso Loreno Bittarelli, presidente del 3570, che ha raccontato di essere stato «convocato dal sindaco che voleva sollecitarci a rimuovere le assemblee per non creare troppi disagi all'utenza e perchè altrimenti rischiamo l'effetto boomerang. Noi abbiamo accolto il suo appello e ora andremo dai colleghi che sono in assemblea per informarli e scioglieremo le assemblee in corso».   PRESIDIO A OLTRANZA Taxi in rivolta contro il decreto liberalizzazioni che dovrebbe approdare oggi al consiglio dei ministri per un primo esame del testo. A Roma assemblee spontanee in alcuni posteggi stanno lasciando a piedi cittadini e turisti, con il rischio del fermo totale e di conseguenti disagi: pochissimi sono i taxi in circolazione. La protesta è iniziata ieri sera, con assemblee spontanee alla stazione Termini e all'aeroporto di Fiumicino e con qualche accesa discussione contro quei pochi tassisti che hanno preferito continuare a lavorare. Sotto la galleria Sordi a Roma, nei pressi di palazzo Chigi, mentre si svolgeva la riunione del Consiglio dei Ministri circa 200 persone, senza striscioni o bandiere, si sono riunite per protestare contro le annunciate liberalizzazioni delle licenze dei taxi, sottolineando il loro disappunto. L'unico cartello che è apparso fra gli operatori del trasporto è un chiaro invito al premier: "Mario Monti, scialla". FIUMICINO SENZA AUTO BIANCHE Per i passeggeri in arrivo questa mattina all'Aeroporto di Fiumicino non ci sono taxi. Continua così, dopo ieri sera, lo stato di agitazione della categoria contro la bozza sulle liberalizzazioni. Gli unici taxi, in numero assai limitato comunque, si vedono solo nella zona partenze. Non si registrano comunque file di passeggeri agli stalli di prelevamento, nella zona arrivi del Terminal 1, perchè molti si erano già organizzati avendo appreso dell'agitazione mentre altri, anche con l'aiuto di pattuglie della Municipale, vengono smistati su mezzi alternativi come pullman e treno. LA PROTESTA DI TERMINI Lo avevano annunciato: contro queste liberalizzazioni siamo pronti a tutto. E così è stato. Ieri sera i tassisti romani hanno fatto la voce grossa mandando in tilt la stazione Termini agitando lo spettro di quella che fu la paralisi della città con le auto bianche che bloccarono piazza Venezia, capitanate dal loro leader Bittarelli per protestare contro la politica dei taxi della giunta Veltroni. Tassametri fermi e luci spente, le auto bianche si sono fermate tutte insieme, lasciando appiedati turisti e romani in attesa al parcheggio. «Qua non s'affitta - affermano in coro -. Ci hanno rovinato, stasera qui resta tutto fermo». A decine hanno creato un piccolo presidio sia a Fiumicino sia a piazza dei Cinquecento, appena all'esterno della stazione Termini. Gli unici autorizzati a salire sulle auto bianche sono state famiglie con bambini, anziani e persone dirette all'ospedale. «La nostra vuol'essere una protesta contro le liberalizzazioni decise dal governo - afferma uno dei tassisti, Massimiliano Marengo -. A Roma ci sono 8.000 taxi, se ne dovessero arrivare altri il mercato si saturerebbe lasciandoci praticamente senza stipendio». «Tutti si lamentano dei prezzi qui a Roma - gli fa eco Pino Pizzuti -, ma nessuno dice che da cinque anni le tariffe sono ferme, mentre il prezzo della benzina è salito alle stelle. Tra manutenzione, carburante e contributi tra un pò non arriviamo a fine mese». LA PROTESTA A NAPOLI Piazza del Plebiscito, spazio simbolo di Napoli, un tempo parcheggio di autobus e poi "liberata" e dichiarata zona pedonale nella stagione dei sindaci del 1993, al colpo d'occhio appare ancora bianca, colorata cosi' dalle centinaia di taxi che per la seconda notte sono rimasti parcheggiati davanti al palazzo del Governo. La protesta contro le liberalizzazioni all'esame dell'Esecutivo di Mario Monti, partita con un passaparola mercoledi' sera dai tassisti napoletani, che si dichiarano "in stato di fermo" e in "assemblea permanente", prosegue nel capoluogo campano. Nessuna vettura pubblica in circolazione o nei parcheggi dedicati, nastro preregistrato di scuse che risponde ai clienti per la più grande cooperativa e centralinisti sull'orlo di una crisi di nervi per le altre, alle prese con clienti esasperati. Il servizio è garantito solo per emergenze, ossia malati, bambini e donne incinte. Ieri una delegazione di conducenti di taxi era stata anche ricevuta in Prefettura.   CAOS A MILANO Anche oggi a Milano è difficile trovare un taxi. Il servizio non è sospeso ma i taxisti stanno organizzando assemblee spontanee per discutere l'ipotesi del governo di liberalizzazione del servizio. Proprio a causa delle assemblee il numero delle auto in circolazione è inferiore per cui è difficile trovare un taxi. I maggiori disagi, ovviamente, agli aeroporti e alla stazione Centrale.

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