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Il pm: Mulè va accusato di omicidio volontario

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Secondola procura all'uomo, tornato libero per decadenza termini, deve essere accusato di omicidio volontario. La Caputo morì la notte tra il 9 e 10 settembre nei vani caldaia di un palazzo affittato in parte dall'Agenzia delle Entrate e in parte dall'Enav in via di Settebagni. Al gioco erotico partecipò anche un'altra ragazza. Tutti avrebbero bevuto e probabilmente fumato droga. Mulè e le due ragazze decisero di recarsi nel seminterrato di via dei Settembrini, conosciuto da una delle ragazze. Nel suo racconto l'uomo aveva affermato che la prima ad essere legata è stata Federica, poi la Caputo. Paola viene bloccata «in stazione eretta, con piedi a terra, ma subito dopo essere stata legata, accusa un malore e perdendo i sensi si accascia al suolo: il peso del suo corpo mette in tensione le corde, comprese quelle intorno al collo di entrambe le ragazze». Mulè a quel punto aveva cercato di liberare le giovani, aveva poi cercato un coltello prima nella borsa di Federica e poi nella sua automobile. Sono attimi drammatici: quando trova la lama per Paola è oramai troppo tardi, Mulà ha tentato di soccorrere Federica e poi ha chiesto aiuto. Nel provvedimento il giudice per le indagini preliminari aveva scritto che Mulè è stato protagonista di «una gravissima imprudenza contrassegnata dall'aver dato corso a una pratica in cui egli stesso si definisce poco esperto e oggettivamente rischiosa». Un gioco erotico «che non prevedeva - aveva spiegato il giudice nell'ordinanza di custodia cautelare - alcun effetto di sollevamento mediante la corda al collo delle due ragazze». Nell'ordinanza il giudice aveva riconosciuto che da parte di Soter Mulè «non vi è stato alcun comportamento di prevaricazione, di minaccia o di costrizione per indurre le due vittime ad accettare di essere legate».

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