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Tre mesi per la verità su via Poma

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Raniero Busco, condannato per l'omicidio di Simonetta Cesaroni a via Poma nel 1990, con la moglie

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A che ora è morta Simonetta Cesaroni? Quali sono state le cause del decesso e quale è stata l'arma del delitto? La micro-ferita sul seno sinistro della vittima è la conseguenza di un morso? E, se lo è, è stato Raniero Busco a sferrarlo? Infine, il modo in cui sono stati conservati gli indumenti intimi della ragazza assassinata il 7 agosto del '90 nella sede regionale degli Alberghi della gioventù è stato tale da impedire una possibile «contaminazione»? Sono i quesiti ai quali i periti della Corte d'assise d'appello presieduta da Mario Lucio D'Andria nominati ieri. Per rispondere Corrado Cipolla D'Abruzzo, dell'università di Chieti, Carlo Treviderè, dell'ateneo di Pavia e Paolo Fattorini, di quella di Trieste, avranno tre mesi di tempo. Cominceranno a lavorare il 20 dicembre e dovranno consegnare i risultati della loro fatica entro il 27 marzo, quando si terrà la prossima udienza del processo di secondo grado per l'omicidio di via Poma. In particolare i tre super-consulenti dovranno «esprimere le loro valutazioni in merito alle contrastanti prospettazioni dei consulenti del pubblico ministero e delle parti private, con particolare riguardo all'orario della morte, alle cause e ai mezzi che l'anno prodotta, alla natura e all'epoca di determinazioni delle lesioni riportate dalla vittima sul seno sinistro e in regione sterno claveare, nonché alle modalità di conservazione dei reperti utilizzati per le analisi genetiche e alla attribuibilità delle relative tracce». Tutto questo senza poter lavorare «dal vivo», cioè sulle prove reali raccolte dagli inquirenti ma invece passando al setaccio le perizie di parte eseguite in primo grado dagli esperti del pm e della difesa di Busco, condannato lo scorso gennaio a 24 anni di reclusione per aver ucciso «con crudeltà» l'ex fidanzata. Un'accusa sempre respinta dal motorista Alitalia, che ora spera di veder prevalere le sue ragioni grazie ai nuovi accertamenti tecnici. Anche difesa, parti civili (che si sono riservate di decidere) e procura generale avranno i loro consulenti. Per il pg Alberto Cozzella saranno Giovanni Arcudi (Tor Vergata), Ozrem Carella Prada (il medico legale che intervenne sul luogo del delitto), della Sapienza, l'odontoiatra Domenico Candida e il maggiore del Ris dei carabinieri Marco Pizzamiglio, già consulente del pm Ilaria Calò nel primo dibattimento. Il professor Franco Coppi e Paolo Loria, legali di Busco, si sono affidati a Giancarlo Umani Ronchi (Sapienza), Giuseppe Novelli ed Emiliano Novelli (Tor Vergata) e all'esperto di odontologia forense Emilio Nuzzolese. L'appuntamento è in aula a fine marzo.

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