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A casa i dipendenti service della Camera

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Uominie donne che guadagnano in media 1.000 euro al mese, lavorano alla mensa, al bar, si occupano di pulizie, lavanderia, posta e accoglienza a Palazzo Marini, Palazzo Valdina, a San Macuto e in altri luoghi del centro di Roma. E in tempi di crisi e di lotta alla casta costano troppo e vanno ridimensionati. «Loro continueranno a mangiare pesce a 3 euro, mentre colpiscono i lavoratori per tagliare i costi della politica e farsi belli con i cittadini», dice Riad Zaghdane, rappresentante dell'Unione sindacale di base (Usb), che ha promosso un sit-in davanti alla Camera e uno sciopero. Oggi si replica, con la partecipazione anche delle altre sigle sindacali. Secondo il racconto dei lavoratori, il proprietario della società Milano 90, Sergio Scarpellini, che da 14 anni ha affittato quattro palazzi alla Camera, ha deciso di scaricare sui lavoratori il mancato rinnovo del contratto per Palazzo Marini. «E invece di mettere in mobilità 100 lavoratori, quelli impiegati in quell'edificio, ce ne ha messi 350, su 530 complessivi della società», dice Loredana Bassotti, che lavora a Palazzo Marini. «Non è così, ho cercato di tutelare il personale, che lavora con noi da molti anni - replica Scarpellini - Dopo aver rifatto gli interni di Palazzo Marini con un notevole investimento, un anno fa la Camera dei Deputati ci ha dato il preavviso di rescissione del contratto, che risale al 1997. Con una perdita secca prevista di alcuni milioni di euro ho dovuto ristrutturare l'azienda. Ma ho una causa aperta con la Camera al Tribunale civile di Roma».

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