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Natale senza stipendi anche al Cristo Re

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Adessotocca di nuovo ai dipendenti del Cristo Re alzare la voce. Non c'è pace per la sanità religiosa. I trasferimenti dalla Regione non arrivano e gli ospedali sono sull'orlo del collasso. L'allarme arriva anche dal settimanale della Cei Famiglia Cristiana che rivela anche il caso del S. Giuseppe di Milano o il Cristo Re di Roma che avrebbero cambiato proprietà. Una notizia che manda su tutte le furie i sindacati. «Vorremmo sapere qual è la verità – dice il segretario provinciale Uil-Fpl Paolo Dominici – L'operazione è stata prima annunciata e poi negata. L'attività sanitaria del Cristo Re è stata realmente ceduta come ramo d'azienda alla srl Virginia Bracelli all'insaputa di lavoratori e sindacati?». Per Dominici si tratterebbe dell'ennesima, grave violazione delle relazioni sindacali da parte della proprietà e la Uil-Fpl si dice preoccupata per un'operazione «che non conosciamo e ci preoccupa per il futuri del nosocomio, dei lavoratori e dei pazienti». Dominici denuncia la grave situazione economica del Cristo Re e il ritardo «biblico» nel pagamento degli stipendi. Esattamente come l'Idi, i lavoratori dell'ospedale in via delle Calasanziane non hanno ancora percepito la mensilità di ottobre. «Inoltre – attacca Dominici – mancano le risorse per l'acquisto di presidi chirurgici e altri ausili medici. Nonostante ciò l'amministrazione continua a fare la voce grossa con i lavoratori mostrando scarsissima sensibilità per la loro professionalità e il loro senso di abnegazione a favore dei malati». Lo spettro per i lavoratori del Cristo Re è arrivare a Natale senza stipendio e senza tredicesima, come denuncia il segretario provinciale della Uil-Fpl. Un'eventualità reale contro la quale i lavoratori stanno preparando mosse eclatanti: «Nutriamo forti perplessità sulla possibilità di percepire regolarmente gli stipendi. Siamo pronti a manifestare all'interno dell'ospedale proprio il giorno di Natale. Il perdurare di una interlocuzione parziale e sterile ci porterà a pretendere un incontro con i vertici della congregazione e a manifestare sotto la sua sede», conclude Dominici. Nel mirino del sindacato c'è comunque anche la Regione che, nonostante il perdurare della crisi di tutta la sanità religiosa «non scende in campo con azioni forti e risolutive. I lavoratori si sentono presi in giro. Esortiamo le istituzioni a scendere in campo. Vogliamo sapere dove sono andati a finire i milioni di euro di buco in bilancio affinché i lavoratori possano andare a riprenderseli». Daniele Di Mario

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