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Tavolino autorizzato In bilico 1200 licenze

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Già avviate le revoche delle occupazioni Per altre 500 tagli agli spazi esterni

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Sedovesse essere applicata alla lettera la delibera 119 del 2005 che contiene il regolamento in materia di Occupazioni di suolo pubblico in centro storico, a «saltare in aria» sarebbero migliaia di licenze. Per l'esattezza, su un totale di 2.600 autorizzate in I municipio, 1.200 a rischio revoca e altre 500, circa, che vedrebbero dimezzare lo spazio esterno. Un rischio niente affatto remoto visto che il presidente del I Municipio Orlando Corsetti sta già provvedendo, attraverso il suo ufficio, a non rinnovare le concessioni scadute. Ma cosa sta realmente accadendo e come si è arrivati a questo punto? La delibera 119 disciplina il rilascio delle Occupazioni di suolo pubblico e all'art. 4 parla chiaro: «Detto rilascio è subordinato al rispetto delle disposizioni del Nuovo Codice della Strada e del vigente Piano Generale del Traffico Urbano». Se si scorrono gli articoli che seguono con i relativi comma si scopre subito che i limiti oggettivi al rilascio dei permessi per mettere i tavoli all'aperto sono numerosi e articolati: si va dal fatto che la fascia libera di marciapiede, destinata al transito pedonale, non deve essere inferiore ai due metri, a che «l'occupazione adiacente ai muri perimetrali dei fabbricati o al filo interno del marciapiede non deve superare la profondità di metà della larghezza del marciapiede», e così via fino al discusso art. 4 quater (oggetto dei maggiori dubbi del presidente Corsetti), dove si dice che «non potranno essere rinnovate alla scadenza le occupazioni che interrompono la continuità dei posti auto tariffati». Forse per un po' di pigrizia, forse perché il territorio del I Municipio così ricco di stradine, piazze e vicoli rende difficile l'applicazione rigida di questa delibera, sta di fatto che in questi anni molte delle occupazioni sono state concesse senza tener conto della suddetta delibera. «E ora cosa si vuole fare? - domanda Maurizio Forliti, vicepresidente della Commissione Commercio del I Municipio - Far saltare migliaia di licenze per far contenti i residenti del centro storico? Se dovesse essere accolta questa interpretazione così restrittiva della 119 sarebbe un vero disastro per il settore e soprattutto si farebbe passare il principio che anche un esercente onesto che paga regolarmente l'occupazione che gli è stata concessa dagli uffici competenti è anche lui una specie di abusivo che deve essere punito». Il pensiero di Forliti racchiude quello degli esercenti che oggi rischiano di vedersi revocare la licenza: ho ottenuto l'occupazione legittimamente, perché adesso mi deve essere tolta? E soprattutto «perché non si va a colpire chi, invece, il posto sul marciapiede lo occupa senza alcun titolo?», incalza Forliti secondo il quale «c'è un buon 40% di occupazioni abusive accanto a quelle autorizzate. Non sono certo contrario a una regolamentazione del settore ma la 119 deve essere modificata perché così come è rischia davvero di far saltare il sistema». Odoardo Testa, presidente della Consulta Centro Storico, ne fa un problema di trasparenza. «Si sta dando un colpo agli esercenti senza tener conto del tessuto economico e produttivo di questa città, che vive di turismo e in gran parte di commercio, e lo si sta facendo a mio avviso in modo non troppo trasparente». Testa racconta di aver chiesto qualche tempo fa agli uffici del I Municipio di prendere visione dei piani di massima occupazione «e mi sono sentito rispondere che potevo vederli ma non potevo né fotocopiarli né portarli via. Non mi è sembrato tanto normale». Ma per Nathalie Naim, consigliere del I Municipio, non c'è nessuna cospirazione tanto meno alcun problema. «Non capisco perché i commercianti gridino allo scandalo. Se nel passato la delibera è stata applicata non troppo rigidamente non vuol dire che bisogna continuare a farlo. Ricordo che la legge dice che il suolo pubblico è indisponibile e che la concessione può essere revocata per motivi di interesse pubblico». Dunque? Le licenze che stanno andando in scadenza sono ferme negli uffici del I municipio dove si vive in una sorta di limbo, perché il presidente Corsetti ha chiesto al Campidoglio un'interpretazione del regolamento, pur decidendo intanto di non rinnovare le licenze in scadenza. Non è da meno il problema di chi quella licenza la continua ad avere ma si vede dimezzare l'occupazione esterna. Per questi esercenti, circa 500, il 50% in meno dei tavoli all'aperto potrebbe significare dimezzare gli incassi giornalieri e il licenziare più di metà del personale.

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