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Prigionieri dell'acqua senza metrò e bus

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In strada sotto il diluvio o bloccati in auto per ore Presi d'assalto i centralini delle forze dell'ordine

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Perore. O nel treno verso Roma. Bloccati per strada. Senza metropolitana né autobus. E manco taxi. Prigionieri dell'acqua. Di un fiume di acqua. Il cielo plumbeo sulla testa. Il buio pesto anche se il sole è sorto già da almeno due ore. Tutto faceva presagire il disastro, ieri mattina. In quanti hanno inveito e si sono maledetti per non essere rimasti a letto! Ma vallo a sapere che in pochissimo tempo veniva giù un diluvio che l'ultima volta cinquant'anni fa. Ad averlo saputo prima, certo che in molti se ne sarebbero restati a casa. Anche perché i romani, pendolari e non, che in ufficio non sono proprio arrivati ieri mattina, sono stati tantissimi. Le strade si guadano, non si attraversano, le vetture in panne rimangono bloccate lungo i sottopassi completamente allagati. Non c'è quartiere che si salvi. È solo una questione di conta dei danni. Chi più, chi meno. La metro (linea A e linea B) viene chiusa per gli allagamenti. Così come la Ferrovia Roma-Lido. Ci sono i bus sostitutivi ma, per quei pochi che arrivano, è assalto a Fort Apache. Rabbia e rassegnazione assalgono i passeggeri mancati. Ma tra i pendolari c'è anche preoccupazione per le ore di lavoro che andranno perse in busta paga. «Tutte le volte che piove - dice Stefania, impiegata - la metro si allaga: è impossibile che non riescano a trovare una soluzione magari con delle pompe fisse?». Mara, contratto part-time, è preoccupata «ormai ho perso la mia giornata di lavoro. I miei titolari certo non si accontentano di una giustificazione». A tutti coloro che hanno perso la giornata di lavoro il sindaco Alemanno, però, fa sapere che «in base alla dichiarazione dello stato d'emergenza saranno giustificati». Man mano che la situazione meteo si stabilizza alcune stazioni, dove i vigili del fuoco sono riusciti a far defluire l'acqua, vengono riaperte. Ma la rete dei trasporti è in tilt per tutta la giornata. Non camminano i tram. La Roma-Viterbo va, ma la stazione di piazza Euclide, che si allaga anche quando cadono due gocce d'acqua, è inevitabilmente chiusa. Il Gra è tutto intasato per gran parte della mattinata. Lo svincolo «La Rustica» viene chiuso. Sono regolarmente aperte e transitabili solo dopo le 13 la Flaminia, la Pontina, la Magliana, la Portuense, la Tuscolana, l'Appia, la Laurentina, la Collatina, la Prenestina, la Tiburtina, la Trionfale, la via Boccea, l'Anagnina, la Casilina, la Salaria, la Bufalotta e la Cassia. Il traffico è intenso, comunque. I centralini delle forze dell'ordine e degli ospedali scoppiano. Da mezzanotte fino alle 13 sono 8 mila le chiamate al 112. E altrettante quelle arrivate al 113. Alla centrale operativa del 118, poi, le telefonate sono quintuplicate rispetto alla media. Sarebbero 20 mila le richieste complessive d'aiuto. 35, poi, i guasti sulla rete elettrica ai quali le squadre Acea hanno lavorato sino a tarda notte. Cadono gli alberi, sulle auto in sosta. È un miracolo se nessuno rimane ferito o ammazzato. I vigili del fuoco portano a termine ben 200 interventi. Svolgono verifiche tecniche all'università La Sapienza, a Palazzo Venezia e sulle Mura Aureliane, all'altezza di piazza della Croce Rossa. Le fessurazioni costringono, in quest'ultimo caso, al transennamento dell'area. E crolla appoggiandosi su un'abitazione privata, parte del muro perimetrale di Villa Torlonia, lato viale Villa Massimo. Solo un grande spavento, per la proprietaria della casa, e nessun ferito.

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