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Il Santa Lucia batte cassa

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La Regione ha rispettato solo a metà gli accordi presi un mese fa

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Gliaccordi presi un mese fa dalla Regione nei confronti della Fondazione sono stati rispettati solo in parte. Dei 56,2 milioni di euro relativi al 2011 e promessi lo scorso 19 settembre dal subcommissario Giuseppe Antonino Spata e dal direttore del dipartimento Programmazione economica e sociale Guido Magrini, per ora sono stati versati solo 32 milioni. Mancano quindi ancora 24 milioni di euro, senza contare altri 42 milioni (di cui 10 di contributi Inps) relativi agli anni dal 2005 al 2010 che la Regione deve versare all'istituto di riabilitazione neuromotoria. La situazione finanziaria della Fondazione è stata resa nota ieri mattina durante un incontro tra dirigenza, dipendenti e pazienti. Presenti oltre trecento persone nel centro congressi dell'istituto di via Ardeatina. Ed è proprio ieri che i lavoratori, sostenuti dalle sigle sindacali, hanno deciso di farsi sentire ancora una volta. Per questo torneranno a manifestare domani mattina di fronte la sede regionale di via Cristoforo Colombo. A nulla è servita una lettera inviata una settimana fa dal direttore generale dell'istituto, Luigi Amadio, alla presidente regionale Renata Polverini. Una missiva per chiedere «un incontro urgente nel quale verificare il dovuto pagamento delle rimesse mensili e prevedere lo sblocco dei fondi per consentire di ridurre sostanzialmente la grave situazione debitoria». «Non abbiamo ricevuto risposta» ha spiegato Amadio. Per il direttore generale l'accordo del 19 settembre è «un sostanziale passo in avanti per un adeguato riconoscimento delle competenze dell'istituto. Ma la situazione risulta essere comunque pesantissima. La Regione continua a pagare ogni mese 3,2 milioni di euro senza tener conto dell'accordo che presuppone 4,6 milioni mensili». Ieri mattina l'avvocato Alessandra Amodio, consulente giuridico della Fondazione, ha illustrato le ultime sentenze emesse dal Tar. «Il Tribunale amministrativo del Lazio ha annullato il budget che la Regione aveva previsto per gli anni precedenti al 2010, oltre ad annullare le tariffe che il Lazio aveva individuato per il 2010» ha detto il legale. Da parte dei lavoratori ora non c'è solo la paura di non percepire la tredicesima, ma che il terrore che non ci sia più alcun stipendio. «Da quattro anni i lavoratori vivono in una situazione di precarietà - ha detto Gianni Cardilli della Cgil - Ci hanno fatto visita il presidente Napolitano, Berlusconi, Fini. Ci manca solo il Papa. Per ora il nostro è un futuro incerto. Eppure le nostre professionalità ci vengono riconosciute ogni giorno dai pazienti».

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