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Polverini frena sulla metro C ed è scontro su Roma Capitale

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Cutrufo: decreto bloccato, pronto a rimettere la delega

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Questoil messaggio per niente velato. Poi torna a parlare del secondo decreto su Roma Capitale: «Compete al Governo, a noi interessa solo una legge regionale che assegni le funzioni». Una frase che suscita la dura risposta del senatore Mauro Cutrufo, padre della riforma quando era vicesindaco e oggi responsabile del Pdl per gli enti locali con delega proprio a Roma Capitale: «Se la montagna partorirà un topolino sono pronto a rimettere la mia delega su Roma Capitale nelle mani del segretario del Pdl Angelino Alfano». Il braccio di ferro tra Regione e Comune appare come una partita a scacchi in cui ogni parola viene soppesata più volte. La giornata di ieri si è surriscaldata su due questioni di primaria importanza per lo sviluppo della città: i cantieri bloccati della linea C della metropolitana e il tanto atteso secondo decreto del Governo su Roma Capitale che dovrà dare più poteri al Campidoglio in materie determinanti come, ad esempio, l'ambiente e l'urbanistica. I lavori della metro C e il decreto del Governo non sono argomenti legati tra loro. Ma, in entrambi i casi, si tratta di questioni che attengono alle competenze e ai rapporti tra Campidoglio e Regione. In parole semplici, alla capacità decisionale dei due enti. Sulla metropolitana la Polverini è stata chiara: «Oltre un anno fa ho fatto una richiesta al Comune sulla necessità di un coinvolgimento diretto della Regione nella questione. Quando avremo una risposta faremo la nostra parte». A buttare acqua sul fuoco ci ha pensato il sindaco Alemanno: «La dichiarazione della Polverini conferma l'impegno della Regione per la metro C. Garantiremo, come promesso, un più diretto coinvolgimento della Regione nei momenti decisionali, gestionali e politici». Disinnescata questa polemica, il fronte si è spostato sul decreto del governo. La Polverini ha spiegato che questo provvedimento «attiene alle competenze che il Governo vuole trasferire al Comune. Processo in cui la Regione non è coinvolta. A noi interessa solo la legge regionale per assegnare le funzioni». È proprio questo aspetto che Cutrufo teme possa generare il «topolino». La bozza del decreto, infatti, deve tornare al Governo con una proposta condivisa da Comune e Regione. Accordo non ancora trovato. «Il decreto rischia di tornare al Governo il 21 novembre senza un nulla di fatto - si sfoga Cutrufo - si trova in un'impasse che stento a capire».

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