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Erica Dellapasqua Serate bondage, spogliarelli, scambi di coppia e distributori automatici di accessori erotici.

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Ilpassa parola della trasgressione ha condotto Paola nel garage di via di Settebagni, dove ha trovato la morte impiccata a una corda che avrebbe dovuto regarle piacere estremo. Federica, la sua compagna di «giochi», lotta tra la vita e la morte all'ospedale Sant'Andrea. Il loro «gancio» l'insospettabile ingegnere meccanico Soter Mule, che doveva portarle nel nirvana dell'erotismo ed è finot in un inferno: ora è nei guai per omicidio preterintenzionale e lesioni gravi. Paola lo conosceva bene. «È un universo in cui si conoscono quasi tutti - racconta uno dei ragazzi corsi al Sant'Andrea dove è ricoverata Federica - Un mondo di coordinate criptate» che dalle discoteche della città porta ai privée a luci rosse e poi nei garage della periferia. Locali di scambisti e night club pullulano dal centro storico alla periferia. Una fittissima rete di scambi, un labirinto in cui tanto si vine a contatto coi "membri del giro" tanto più ci si perde: un parodosso che conduce alla perversione. «Roma è la città di gran lunga più attiva nel settore - spiega Stefano Laforgia, maestro di bondage nella prima scuola della Capitale - Negli ultimi anni ha superato anche Milano». I ragazzi che frequentano l'altra Roma hanno ben impressa la mappatura del proibito: non tanto internet, «non c'è bisogno di andare all'arrembaggio per cercare luoghi o persone che praticano queste tecniche estreme», ma locali, pub e discoteche. «Ci si sente sicuri proprio perché si conoscono le persone che ti offrono di partecipare a festini o cose simili – spiega un ragazzo che ha praticato, pratica e continuerà a praticare lo Shibari, gioco erotico con le corde ispirato all'antica arte dei samurai giapponesi – sembra di entrare in un circuito, non sono più estranei». Sono quindi le «matricole», tramite il tam tam, ad arrivare ai "ganci", agli organizzatori: «Non sempre si conoscono le persone con cui si deve fa sesso – continua il ragazzo – di solito però chi organizza va incontro alle richieste dei partecipanti, se una coppia o un rapporto a tre funziona si può ripetere». La prima volta è una prova, la seconda una sorta d'iniziazione, alla terza sei dentro e ti fidi dei tuoi "ganci". Il circuito di insospettabili crea così la sua community: «A Roma tanti ragazzi, soprattutto giovanissimi, tra i 20 ed i 25 anni, conoscono i posti in cui si possono fare questo genere di esperienze». «Gli incontri avvengono a notte fonda, di solito dopo una serata in discoteca - gli orari più improbabili aiutano a non destare sospetti negli altri. Generalmente si tratta di posti che uno dei partecipanti conosce, mai in macchina o nei parcheggi e mai a pagamento». Ma ci sono ancora troppi aspetti di questo fenomeno che non si conoscono. «Quello che spesso viene sottovalutato è l'importanza della relazione che deve esserci tra i soggetti. Fiducia reciproca e grande complicità - spiega Laforgia - sono indispensabili per riuscire a toccare le corde più profonde l'uno dell'altro». Ecco perché è importante avere una comunità di riferimento, un gruppo di persone che condivide la curiosità e la passione per le frontiere estreme dell'eros. All'interno di questa grande «famiglia», infatti, ci si scambiano informazioni per continuare a praticare il sadomaso limitandone il più possibili i rischi. Ci si mette in guardia da persone pericolose, che non usano le precauzioni necessarie e oltrepassano i confini di ciò che si può e non si può fare. Quei confini che Paola e Federica hanno messo nelle mani di un ingegnere di 42 anni chiamato Soter Mulè.

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