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Test sui bimbi del 2010

Incubo tbc a Roma, famiglie in ospedale per i test

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I controlli antitubercolosi non verranno estesi al 2010. A comunicarlo è l'Unità regionale di coordinamento per il controllo della Tbc istituita in seguito al caso dell'infermiera del reparto di Neonatologia del Policlinico Gemelli che ha contratto la malattia. La replica della Regione arriva dopo le dichairazioni dell'assessore alle Politiche sociali di Roma Capitale e vicesindaco Sveva Belviso che, a proposito dell'allarme tubercolosi, aveva detto: «La Polverini ha ragione, l'infezione tubercolare non è la malattia. Ma credo che nella vicenda della Tbc occorra fare uno sforzo ulteriore. Penso che si debba andare indietro nel tempo con i controlli fino ad arrivare al mese in cui è partito tutto, in cui non si registrano casi di bambini infetti, dal momento che non si sa da quanto tempo l'infermiera sia stata a contatto con i bambini. Altrimenti ci perdiamo qualcosa. Visto che l'infezione tubercolare si può tenere sotto controllo, di questa profilassi devono poter usufruire tutti i bambini potenzialmente entrati a contatto con l'infermiera». Un «suggerimento» che la Regione: «L'Unità di Coordinamento ribadisce che tutte le scelte effettuate sono basate sulle linee guida nazionali ed internazionali, oltre che su numerose e importanti evidenze presenti nella letteratura scientifica mondiale in materia - replica una nota della Regione - Altre politiche di estensione dei test non risponderebbero alle indicazioni scientifiche e rischierebbero di esporre alcuni bambini a trattamenti di profilassi non giustificati, oltre a generare allarmismi». Insomma, al caso di Tbc si aggiunge anche lo scntro istituzionale. Anche se le intenzioni del vicesindaco Belviso erano diverse: «A me, come al sindaco Alemanno, sta a cuore la salute dei bambini. Trovo quindi giusto eseguire i test a ritroso nel tempo finché non si troveranno più casi di positività. Questo solo per far stare tutti tranquilli e circoscrivere in maniera più precisa il fenomeno». Una necessità resa più stringente dopo il caso del bimbo nato l'8 dicembre 2010 e trovato positivo al micobatterio in seguito al test fatto eseguire privatamente dai genitori. Il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese ha sollecitato la presidente Alessandra Mandarelli a convocare al più presto la commissione Sanità della Pisana dopo le sollecitazioni dei consiglieri regionali Berardo (Radicali), Foschi (Pd) e Rodano (Idv). A renderlo noto sono gli stessi consiglieri. Intanto il Codacons torna all'attacco e si scaglia contro il ministro della Salute Ferruccio Fazio: «Ha affermato come in Italia non esista alcuna emergenza Tbc, aggiungendo che i bambini coinvolti, grazie alla profilassi, "non avranno conseguenze". L'antibiotico che i bambini positivi dovranno assumere per diversi mesi danno tra gli effetti indesiderati disturbi neuropsichici ed epatici», dice il presidente Carlo Rienzi.

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