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segue dalla prima di cronaca di SUSANNA NOVELLI (...) Insomma, un rompicapo istituzionale sul quale si intravede, oggi più che mai, un risvolto prevalentemente elettorale.

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Cosìcome il giallo del testo sui poteri da conferire alla Capitale: un testo «ufficioso» che «ufficialmente» nessuno conosce. Anzi, per Regione e Campidoglio non esiste. La domanda su cosa si sia fatto sinora, soprattutto per scongiurare l'elezione del 2013 dell'Assemblea capitolina a 48 consiglieri, nasce spontanea. Redigere il testo per il conferimento di poteri straordinari alla Capitale e farlo approvare da Comune, Provincia, Regione, Consiglio dei ministri, commissioni parlamentari, entro il 21 novembre, (con la scure dei tagli imposti dalla manovra) sembra ormai un lontano miraggio. Si è perso tempo prezioso e qualcuno in termini politici ne risponderà. Adesso se le province verranno abolite, occorre pensare a una nuova Regione, a una nuova Capitale e, a questo punto, alla sua nuova area metropolitana. «Per questo - annuncia Sbardella - proporrò l'indizione di un grande dibattito allargato alle opposizioni, alle categorie rappresentative del territorio laziale e alle istituzioni coinvolte. Una riforma decisiva come quella dell'assetto delle istituzioni democratiche non può essere fatta in casa propria e magari a porte chiuse».

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