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I killer di Edoardo Sforna sono a Morena

Edoardo Sforna freddato davanti a una pizzeria a Morena

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Trovati i due killer del diciottenne Edoardo Sforna, ucciso la sera del 23 agosto davanti alla pizzeria di Morena da una pallottola calibro 7,65. Si tratterebbe di due ragazzi di 20 anni, della zona di Ciampino-Morena, uno con precedenti penali, l'altro incensurato. I carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati guidati dal colonnello Marco Aquilio hanno lavorato sodo e ancora una volta attorno agli assassini hanno chiuso il cerchio in fretta. Al magistrato della procura romana però ancora non è stato chiesto alcun provvedimento. Il nodo alle indagini non è stretto del tutto. I militari sono convinti della colpevolezza dei ventenni ma vogliono spiegare il delitto fino in fondo, evitando che gli arresti di domani non reggano il processo che seguirà. Individuare soltanto chi ha sparato potrebbe non servire a provare la responsabilità dell'omicidio. Manca il movente. E su questo punto si fanno ipotesi. Due quelle centrali. La prima: l'uccisione di Edoardo Sforna è l'ultimo atto di una storia di droga con un finale tragico non voluto dai killer. I due volevano gambizzare e invece il proiettile sparato dal basso verso l'alto, durante la corsa si è impennato e si è conficcato nello sterno del giovane. La seconda, la più clamorosa: i sicari hanno sbagliato persona. Quest'ultima tesi si fonda soprattutto sulla figura di Edoardo, diciottenne eppure già tanto impegnato: lavorante alla pizzeria Jolly per portare da mangiare al domicilio dei clienti, assistente bagnino in piscina e volontario della Croce rossa italiana. Praticamente un ragazzo d'oro sul quale stonerebbe l'ombra di altri interessi e strane conoscenze. Gli amici di Edoardo non hanno riempito gli spazi vuoti nella ricostruzione degli ultimi giorni dl ragazzo. Nel periodo in cui è avvenuto il fattaccio i suoi amici erano in ferie e non a Morena. Se la vittima ha frequentato gente nuova loro non lo sapevano. E non lo ha riferito neppure Elisa, la fidanzata di Edoardo. Ma il caso sembra ugualmente risolto. In questa estate romana insanguinata dagli omicidi e incendiata dalle parole della politica, i carabinieri del comandante provinciale Maurizio Detalmo Mezzavilla hanno risolto quasi il cento per cento dei casi tra le mani. Quelli ai quali manca il volto del colpevole sono fermi sui tavoli della magistratura. 3 maggio, Tor Vergata: botte da orbi a Massimiliano Cicolani, 38 anni, morto pochi giorni dopo in ospedale. Il 22 luglio arrestato un albanese. Cecchina, 29 maggio: quattro persone bussano alla porta spacciandosi per poliziotti, entrano e sparano all'impazzata. Bilancio: due morti e due feriti. Individuati i responsabili, tra i quali la vigilessa Ausonia Pisani, figlia del generale dell'Arma, Domenico. 20 giugno, campagne di Quarto Miglio: trovato il cadavere di un pastore italiano massacrato a bastonate. Fermato un gruppo di romeni. 14 agosto, Tiburtina: ucciso con sette coltellate Stefano Suriano, 39 anni. Da tempo molestava la sua ex. Caso chiuso. Mancano all'appello tre episodi. L'agguato all'ex terrorista di destra Sergio Calore, 58 anni, trovato il 6 ottobre 2010 ferito a morte da vari colpi di piccone nel suo ripostiglio nelle campagne di Guidonia: i carabinieri hanno già depositato l'informativa per l'arresto del presunto colpevole. L'omicidio del pensionato ebreo Raffaele Cohen, 74 anni, ucciso la sera del 13 giugno con una coltellata al petto nell'androne del suo palazzo in via Rodolfo Lanciani, al Nomentano: i militari hanno chiuso le indagini e il pm ha indagato due persone. Ancora da risolvere il delitto del 9 agosto, del benzinaio Mario Cuomo, ucciso con due colpi di pistola sotto gli occhi del figlio durante una rapina alla stazione di servizio sull'Aurelia, a Cerenova, nel comune di Cerveteri. La soluzione non è lontana.

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