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Zingare chiedono il «pizzo» alle lucciole In cella per estorsione

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Cinquantaeuro al giorno per «lavorare tranquille». Se fossero sorti problemi con clienti e malintenzionati ci avrebbero pensato loro, V.V., vent'anni; B.L. e C.E., entrambe ventunenni. Ma le lucciole non sono state al ricatto e hanno chiamato la polizia, che ha fermato le tre giovani rom per tentata estorsione e tentato sfruttamento della prostituzione. Offrire protezione e garantire la tutela del territorio per evitare la spiacevole concorrenza di altre prostitute e brutti incontri alle lucciole era l'attività che le nomadi avevano impiantato, organizzandosi e operando come una vera e propria gang. Sfruttando donne ancor più deboli di loro. Per essere sicure di incassare la tangente avevano stabilito in cinquanta euro il «contributo» giornaliero che doveva essere corrisposto con rigorosa puntualità. Tariffa di una prestazione sessuale. E avevano preso di mira due prostitute romene di 24 e 26 anni, da poco a Roma e ancora spaesate. Alla prima protesta le straniere sono state prese a calci e pugni dalle zingare, residenti nel campo nomadi di Tor Cervara. Le romene hanno così avvertito la polizia. Gli agenti dei commissariati Prenestino e Casilino hanno quindi sottoposto le zingare a fermo di polizia giudiziaria.

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