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Con Zuokas a bordo del blindato

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Lituania, il sindaco di Vilnius su un blindato schiaccia le auto in divieto di sosta

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Si, è vero. È fuori di testa. Qualcuno avrebbe dovuto fermarlo. Ma dite la verità: quante volte, nel traffico, bloccati da una tripla fila, avete pensato "vorrei avere un carroarmato per passarci sopra". Impossibile negarlo. Quest'insano pensiero non può non avervi sfiorato almeno una volta nella vita. E non si può escludere che non ci abbia pensato anche Alemanno. Il sindaco di Vilnius, capitale della Lituania, lo ha fatto per tutti noi. È montato su un blindato dall'esercito e ha guidato il carrista lungo uno dei viali più belli della città in rotta di collisione con un'auto di lusso parcheggiata in divieto di sosta sulla pista ciclabile. Di sicuro, ora, prima di parcheggiare la macchina in sosta selvaggia, i cittadini di Vilnius ci penseranno tre volte. Arturas Zuokas sì che è un sindaco sceriffo, altro che Alemanno, come accusa invece l'opposizione. Il sindaco ha pubblicato sul sito del Comune lituano il video intero della sua azione dimostrativa, come monito. E dovreste vedere la faccia del proprietario della Mercedes alla vista dell'auto maciullata, con Zuokas che si avvicina per stringergli la mano quasi si trattasse di una "candid camera". Digitate su "Youtube" le parole " Vilnius divieto di sosta", il video è a portata di click. Ora torniamo lungo le sponde del Tevere, dove la sosta, selvaggia lo è davvero - altro che Vilnius - da Prati ai Parioli, da San Giovanni a viale Marconi passando per il centro storico, dove le auto blu parcheggiano ovunque, tranne che nei posti loro assegnati. Saliamo in sella allo scooter armati di macchina fotografica immaginando di essere su un carroarmato. Mettiamo in moto e facciamo un giro per la città. Nonostante sia agosto, i bersagli non mancano. I primi li incrociamo all'Appio latino, in via Vescia, allineati sul marciapiedi. Diamo gas, "patatrac", due auto distrutte all'ombra del segnale di sosta vietata. Ci spostiamo verso piazza Re di Roma. In via Vejo stessa solfa, auto sul marciapiedi. Puntate e pressate. Ci spostiamo nel quartiere Prati. Una Mercedes sulle zebre in via Varrone è un bersaglio troppo gustoso. Il sindaco Zuokas si leccherebbe i baffi che non ha. Procediamo avanti tutta. Presa. La corsa continua in via Cola di Rienzo. I bersagli si susseguono sulle strisce pedonali, è un'ecatombe a 4 ruote: prima una Citroen, poi una Smart e una Matiz parcheggiata davanti allo scivolo dei disabili. Prati piange i suoi caduti. È ora di riattraversare il Tevere e puntare il mirino su un'altra grande arteria della Capitale. Prima, però, diamo uno sguardo al lungotevere, che in fatto di parcheggio selvaggio non ha mai tradito gli occhi dei cronisti. Su lungotevere Sangallo avvistiamo il bersaglio, due auto posteggiate sul marciapiedi. I cingoli del mezzo blindato scavalcano facilmente le auto mandandole in frantumi. Si riparte. Ormai siamo su viale Regina Elena. Il bersaglio è di fronte a noi, accanto al secchione dell'immondizia. L'effetto è quello di una frittata. L'Ama si preoccuperà di raccogliere i cocci. Fermiamo il mezzo e scendiamo. Realizziamo che era un motorino. Il sogno di girare per Roma a bordo di un carroarmato svanisce. Allora ci ricordiamo che in città non ci sono parcheggi e che i nostri concittadini, in qualche modo, devono pur arrangiarsi. Anzi facciamo due conti tornando indietro nel tempo fino all'epoca di Rutelli. Dei 700 parcheggi promessi dal piano Pup, ad oggi ne sono stati realizzati solo 150. È ora di risalire sul carroarmato e puntare dritti sul Campidoglio.

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