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Clarinetto e cena con la Loren La Dolce Vita di Woody Allen

Woody Allen suona il clarinetto assieme a Eddy Davis al banjo e Conal Fowkes al pianoforte

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Woody Allen ha stregato Roma con le note del suo clarino. Ieri, uno tra i più celebri registi americani ha fatto una sorpresa ai suoi musicisti Eddy Davis e Conal Fowkes, i mentori che da sempre compongono le colonne sonore dei suoi film e che lo accompagnano dappertutto. Roma è il set che Allen ha scelto non solo per girare la sua ultima commedia «Bop Decameron» ma anche per trascorrere serate fatte di grandi feste a Trinità dei Monti con miti del cinema come Sofia Loren. O ancora pomeriggi a suonare nell'intimità, insieme alla sua famiglia «d'arte». Il piccolo uomo dal grande intelletto, vincendo la sua claustrofobia, ha preso l'ascensore ed è salito fino all'ottavo piano dell'Hotel Bernini Bristol, in piazza Barberini, per raggiungere la terrazza del ristorante «l'Olimpo», dove ad accoglierlo c'era il restaurant manger Fabio Comandini. Per soli pochi minuti, Allen non si è incontrato con la rock star Zucchero Fornaciari che ha lasciato l'hotel alle 17 circa. La vista mozzafiato sulla Capitale, Allen ha preferito lasciarla tutta per il suo pubblico. Il Maestro ha infatti chiesto di suonare al chiuso e lasciare che il pianista si esibisse alle sue spalle con la coda del pianoforte Alfonsi all'aperto, rivolta su Caput mundi. Non una parola al selezionato pubblico che lo ha aspettato in rigoroso silenzio, il piccolo grande Woody si è presentato con il suo storico cappellino da pescatore verde, calzini verdi e pantaloni marrone chiaro con una camicia a righine. Si è seduto su una sedia e ha iniziato a parlare con il suo amico banjoista, «siamo pronti?» gli ha chiesto, mentre il musicista gli accennava il primo motivo. Poi è partito con un pezzo in rigoroso stile traditional religion song chiamato «The old rugged cross». Un omaggio agli albori del jazz, l'epoca d'oro in cui la musica nera si incontrava con il reg time e nascevano le prime dixie band a New Orleans. Ha chiuso gli occhi tutto il tempo il genio del cinema, e sebbene non tutte le note uscivano cristalline dal suo clarinetto, Woody Allen ha saputo trasmettere godibilità e emozioni. «Una sorpresa inaspettata e indimenticabile – ha detto Simona Luciani, direttore marketing della Sina Hotels – pensare che avevamo omaggiato 100 clienti per il concerto di Zucchero e ci siamo ritrovati Woody Allen in casa!». Alle 20 Mr Allen si è alzato dalla sedia e ha lasciato l'hotel. A tutti i presenti è sembrato come se avesse parlato ininterrottamente per due ore. Probabilmente è tornato con sua moglie alla sua suite all'Hotel Parco dei Principi ai Parioli dove riposerà in attesa di girare altri ciak per la Città Eterna.

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